“Ho venduto un terreno a 100.000 euro, me ne sono rimasti 22.000…”
GRAZIE RENZI…
L’Aquila – Il notaio Francesco Benedetti ci fa leggere questa lettera emblematica, solo a titolo di esempio, che solleva alcuni problemi posti dalle nuove normative volute dal Governo Renzi. Naturalmente non vi sono nomi e riferimenti, ma è una situazione in cui molti possono trovarsi se hanno lasciato… la via vecchia per la nuova.
“Domani vado a firmare un atto di vendita di un terreno.
Il terreno è in gran parte verde pubblico, e per la rimanenza agricolo. L’ha acquistato a mio nome per 10.000,00 euro il mio babbo, deceduto poco più di un anno fa, subito dopo avermi intestato quel terreno.
Ricordo ancora che nonostante il mio diverso avviso per l’acquisto decise di seguire la grande opportunità che gli aveva dato Renzi, all’epoca Presidente del Consiglio dei Ministri, di farsi autenticare la firma dell’atto di vendita da un Avvocato. Se ne pentì, e dopo aver perso giorni fra catasto, conservatoria e comune e dopo aver passato ore al computer era soddisfatto sì dell’atto che aveva preparato (sapevo che ne aveva copiato uno notarile, su ciò ho sempre taciuto), ma non dei costi: fra tempo perso, diritti catastali e di conservatoria, versamenti e bolli al Comune per il certificato urbanistico, imposta di registro, parcella dell’Avvocato (a proposito, non sono mai riuscito a trovare fra le carte del babbo la fattura) il totale della spesa superava abbondantemente quella che avrebbe pagato dal Notaio.
Non avrebbe ripetuta quell’esperienza, comunque era soddisfatto.
Poi purtroppo è deceduto, e domani come detto vado a firmare l’atto di vendita: anche il mio acquirente è fra i pochissimi che percorrono la strada aperta dall’ex premier, ed abbiamo appuntamento alle 17,00 dall’Avv. Rossi per l’autentica. Come venditore la cosa non mi interessa granchè: debbo avere 100.000,00 euro, e tutto il resto, imposte, tasse ed onorario sono a carico dell’acquirente.
L’Aquila, 15 maggio 2017.
Sono passati quasi due mesi dalla vendita, e mi ha scritto l’Ufficio del Registro dell’Aquila chiedendomi 15.600,00 euro per la registrazione dell’atto autenticato dall’avvocato: sono andato a chiedere, pare che l’acquirente non abbia proceduto alla registrazione dell’atto e pare che il venditore sia obbligato in solido con l’acquirente a pagare tale imposta (ora maggiorata delle sanzioni). Ma se fossimo andati dal Notaio? Risposta dell’impiegato del Registro: in quel caso obbligato a pagare l’imposta della registrazione è il Notaio, per cui non le avremmo chiesto nulla.
Ho chiamato l’acquirente, il quale era furioso: aveva parlato con un conoscente che aveva parlato con un amico Notaio: se fossimo andati dal Notaio ci avrebbe spiegato che era sufficiente indicare in atto un diverso prezzo per la parte verde rispetto alla parte agricola del terreno ed avrebbe risparmiato quasi 3.000,00 euro di imposta di registro.
“Questo è un problema suo -gli ho obiettato- ha scelto lei da chi andare per la stipula, vada a pagare l’imposta”.
Lui mi ha detto che non ci sarebbe andato, perchè sull’immobile che gli ho venduto c’era una ipoteca per euro 48.000,00. Gli ho fatto presente che non era possibile, che il mio babbo prima di andare dall’avvocato per l’autentica dell’acquisto a mio nome era andato in Conservatoria ed aveva constatato personalmente che chi gli stava vendendo l’immobile non aveva alcuna ipoteca, e certo nessuna ipoteca era stata messa mentre il terreno era di mia proprietà . Già , ma l’ipoteca purtroppo mi ha fatto vedere che c’era, non contro chi aveva venduto il terreno a mio padre, ma contro il padre di questi, che a lui lo ha trasmesso per successione. Il venditore di mio padre ha quindi ereditato il terreno con tutta l’ipoteca, mio padre l’ha acquistato a mio nome con l’ipoteca ed io l’ho venduto con l’ipoteca, senza saperne nulla. Ho chiesto tempo e mi sono informato: mio padre al tempo dell’acquisto avrebbe dovuto controllare i passaggi degli ultimi venti anni, non solo l’ultimo, ma non lo sapeva, e nessuno di ciò l’ha informato. Ho dovuto pagare per togliere l’ipoteca (con una transazione ho chiuso con 38.000,00 euro), ma almeno il venditore ha provveduto a pagare l’imposta di registro.
Tutto questo non sarebbe successo se il babbo fosse andato dal Notaio, e se anche il mio acquirente fosse andato dal Notaio, ed avrebbe anche risparmiato quasi 3.000,00 euro, ma pazienza, almeno questa brutta vicenda è chiusa.
L’Aquila 17 maggio 2018.
E’ passato oltre un anno dall’autentica della mia firma, e mi è arrivata una raccomandata dell’Agenzia delle Entrate, con la quale in relazione alla vendita del terreno mi chiedono di pagare 36.000,00 euro di imposte a titolo di “plusvalenza”, oltre “sanzioni ed interessi”.
Sono medico, non è mia materia, vado a chiedere di cosa si tratti, e scopro che avendo acquistato il terreno per euro 10.000,00, ed avendo venduto lo stesso prima di cinque anni per euro 100.000,00 avrei dovuto dichiarare nella dichiarazione dei redditi il “guadagno effettuato” (90.000,00 euro) da tassare con mia aliquota del 40%. Scopro che era possibile effettuare la “rivalutazione”, pagare cioè l’8% del valore (e quindi 8.000,00 euro, prima di Renzi pare che fosse il 4%) e nulla mi sarebbe stato chiesto. “Ma possibile che il Notaio non l’abbia informato di ciò?”, mi hanno detto.
Lasciamo perdere, domani vado a pagare 40.000,00 euro per chiudere, non posso fare diversamente, accidenti a …..!
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