Dissesto idrogeologico: “Soldi, mica parole…”
L’Aquila – MA RESTANO I SILENZI SU RESPONSABILITA’ E OMISSIONI DEL PASSATO – L’Abruzzo sta franando, si sta sbriciolando in decine e decine di località e nei centri abitati, occorre una risposta immediata e concreta. E’ convinto che ce ne sia una il sottosegretario regionale D’Alessandro: “Una risposta pronta, efficace e concreta al problema del dissesto idrogeologico che interessa, purtroppo, molte aree della nostra regione”. Lo afferma a commento dei lavori del Consiglio regionale di ieri, in cui è stata approvata la risoluzione urgente sul contenimento del rischio idrogeologico, di cui è stato proponente.
“La migliore risposta che la Regione poteva dare è nei fatti e soprattutto nei numeri – continua D’Alessandro – 18 milioni a novembre per 46 Comuni, 29 milioni a marzo di fondi ‘liberati’ dal Fondo di Coesione e sviluppo per 87 Comuni , 26 milioni a valere sulla programmazione europea del Por, 51 milioni richiesti nel piano nazionale contro il dissesto idrogeologico per altri 52 interventi. Questo intendo quando parlo di risoluzioni che propongono soluzioni, e non mere enunciazioni di principio, seppur condivisibili. Per continuare questo percorso virtuoso, intrapreso dalla Giunta regionale, assicurando vicinanza ai Comuni e presenza anche fisica sul territorio, abbiamo voluto dotarci del voto della risoluzione in Consiglio, per rappresentare la priorità di azione del governo regionale nelle prossime settimane e mesi. Priorità che consiste nel fronteggiare e superare le situazioni di criticità del rischio idrogeologico sul territorio regionale in ogni Comune colpito, e nell’ottenere gli ulteriori 50 milioni di euro di interventi di somma urgenza a seguito delle eccezionali precipitazioni dell’inizio di marzo”.
(Ndr) – Agli abruzzesi, specie a quelli che si sentono sempre più spesso mancare letteralmente il terreno sotto i piedi e perdono casa e beni a causa delle frane a ripetizione (il primo caso di questo ultimo periodo è stato Villa Celiera), piacerebbe anche sapere altro. Certo, non sarà il giovane D’Alessandro a poter rispondere, ma la Regione dovrebbe quanto meno tentare di farlo. La domanda è semplice, logica e grande come una montagna: chi nel tempo e anche di recente ha consentito di costruire in zone da sempre in frana? Chi doveva controllare, spedire nugoli di geologi, mettere in allarme e infine vietare case su terreni instabili? Insomma, chi – anche nella politica – ha semplicemente dormito per decenni sui problemi vitali del territorio?
Adesso, almeno, arriva qualche soldo per riparare i danni (e chi sa quanto tempo ci vorrà per avere risorse spendibili e interventi cantierabili). Ma rimaniamo sempre una terra di sprovveduti, di foglie al vento nella bufera. E qualcuno, da qualche parte, se ne giova. Non certo i cittadini comuni.
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