MIGRANTI, ANCHE L’ABRUZZO DOVRA’ ACCOGLIERNE, CHIETI DICE NO


POCA CHIAREZZA SU POSSIBILI REQUISIZIONI DI LOCALI E CASE, PREVISTE IN TUTTE LE REGIONI E ANCHE IN ABRUZZO – DI PRIMIO DICE NO A TRENTA ACCOGLIENZE IN CITTA’ -

L’Aquila – La biblica ondata di migranti che dall’Africa si sta riversando, complice il tempo buono, verso le terre italiane, è un fenomeno reale, già in atto, che al Ministero dell’Interno hanno subito valutato attentamente e misurato. Come per ogni grandezza, la prima cosa da fare infatti è una misura. I dati raccolti dicono che i disperati potrebbero essere mezzo milione o 1 milione. provenienti da tutti i paesi dell’Africa centro-nord e forse anche da altre contrade straziate da guerre e stermini. I migranti dovranno essere ricevuti e non basteranno i campi di accoglienza esistenti o da realizzare in fretta.
Nelle ultimi ore, dunque, si è fatta strada anche la possibile requisizione di locali e spazi. Prima mediante trattative e controlli, poi anche con il ricorso a misure autoritarie. Secondo stime sicuramente approssimative, già circolate sulle pagine nazionali dei giornali, all’Abruzzo sarebbero destinati almeno 150 migranti, che potrebbero diventare molti di più. Tutti tacciono su questo argomento, a cominciare dalla Regione Abruzzo. Che invece dovrebbe essere più attenta di altre regioni.
Un Abruzzo con migliaia di case estive o invernali sfitte e vuote ha da temere che le cose si mettano nel peggiore dei modi. Per dirla tutta, e come i prefetti già sanno da circolari e disposizioni arrivate da Roma, se non ci saranno soluzioni condivise, si dovrà ricorrere ad una distribuzione equa dei migranti in tutte le province, senza eccezioni. Non solo al Sud e al Centro, ma fino a Bolzano e in Valle d’Aosta.
Cosa significhi tutto questo le prefetture e il ministro dell’interno farebbero bene a spiegarlo chiaro e tondo ai cittadini, senza i soliti misteri di Pulcinella (fino cioè alla soffiata all’amico giornalista) e senza reticenze.
Già oggi sono circolate immancabili voci allarmistiche su requisizioni di case specie nei centri meno abitati e magari turistici. Sia detta tutta la verità subito e sia spiegato cosa si vuol fare. La gente è poco incline ad accettare sacrifici, nuove ansie, rinunce, magari anche prepotenze e misure afflittive. Ha già dato tanto, specie in alcune zone, tra terremoti, alluvioni, nevicate, frane, dissesti idrogeologici, danni che nessuno ripaga. Da sommare, s’intende, alle ferite della crisi che sono sempre purulente. Inoltre, vi sono territori come L’Aquila o la Marsica che di stranieri, non sempre esemplari lavoratori, ne ospitano già a migliaia, sia nelle terre agricole che nei cantieri di ricostruzione.
C’è, però una immediata reazione da parte del sindaco di Chieti, Di Primio, e si ritiene che non sarà l’unica. Di Primio dice no all’accoglienza di 30 migranti destinati, pare, all’Istituto S.Giovanni Battista, che si sarebbe detto disponibile. Il sindaco pensa che in pieno centro e vicino a scuole non sia invece accettabile l’arrivo di persone senza lavoro, senza identità accertata, che potrebbero turbare l’ordine sociale. “Ospitalità sì – dice il sindaco – ma viene prima il diritto dei miei cittadini ad essere tutelati”. Il clima non è sereno e ieri sera a Palmoli, dove c’è un centro di accoglienza, ci sono stati disordini e una manifestazione di protesta degli stranieri accolti nel centro.


14 Aprile 2015

Categoria : Cronaca
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