Ricostruzione: “Si usino i soldi di Messina, nove mesi dopo L’Aquila è città morta”


L’Aquila – C’è anche chi suggerisce: “Il ponte sullo stretto di Messina? Opera un po’ sciocca e inutile, i soldi si usino le finanziare la ricostruzione dell’Aquila”. Lo ha dichiarato oggi in un’intervista un esponente di Italia Nostra, arrivata in forze a visitare il centro tutto “zona rossa” e tutto frantumato. Ha dimenticato, purtroppo, che la maggior parte delle risorse per quell’opera (che sicuramente per milioni di persone inutile non è…) sono private. Investimenti privati di gente che guarda lontano e già conta i guadagni futuri. Italia Nostra ha fatto irruzione oggi a L’Aquila, con i suoi vertici (ma nessuno ne sapeva nulla, quindi pochi giornalisti privilegiati) per parlare di ricostruzione. Suggerimenti e idee, tanti, e alcuni sicuramente ragguardevoli: coordinare gli sforzi pubblici e privati, che non si lavori isolati ognuno per conto proprio, senza un piano, e si prevedano incentivi per le attività produttive – specie l’artigianato – che vorranno tornare a insediarsi in centro, appena possibile. Occorrono, per gli ambientalisti, un piano organico e un piano di risorse adeguate, pianificate, certe. Suggerimenti da prendere in considerazione, perchè è certo, anzi certissimo, che finora non esiste neppure un’idea di pianificazione e di programmazione. Ce n’è una sola, quella portata avanti dalla chiesa che sa il fatto suo ed ha parlato tempo fa dell’argomento in modo molto coerente. Naturalmente, è seguito il silenzio. Argomento troppo delicato perchè qualcuno dica qualcosa. Soprattutto, argomento che gronda denaro da tuttii pori. Denaro che per ora non c’è, ma dovrà pur spuntare da qualche parte. Certezze emerse fino ad oggi? Una sola: dieci anni non basteranno, dice Bertolaso. Che è notoriamente uno che misura le parole e sa quello che dice. Parlare di dieci anni, a molti pare, è una forma di incoraggiante ottimismo, niente di più.

CITTA’ MORTA – ”A nove mesi dal terribile sisma, L’Aquila e’ una citta’ morta, un cumulo di macerie dove niente e’ stato ricostruito e nessun piano e’ ancora stato approntato”. E’ quanto denuncia in una relazione Alessandra Mottola Molfino, presidente nazionale Italia Nostra Onlus, che da oggi ha avviato una sorta di monitoraggio sulla ricostruzione de L’Aquila. La presidente aggiunge: ”la ricostruzione della citta’ non ancora avviata; maggioranza degli edifici e monumenti senza protezione destinati a un degrado irreparabile. Piu’ del 70% dei beni storico-artistici delle chiese ancora sotto le macerie e con l’inverno saranno persi irrimediabilmente”. La presidente lancia l’allarme sui seguenti rischi: ”ennesima speculazione edilizia aggravata dalla prospettiva di ricostruire una citta’ ”nuova”, seppellendo uno dei centri storici piu’ belli del nostro Paese; presenza fra le ditte incaricate di infiltrazioni della malavita organizzata”. ”Il Consiglio Superiore del Ministero per i Beni Culturali – continua la presidente di Italia Nostra – presieduto da Andrea Carandini, ha gia’ denunciato l’abbandono del centro storico. Nel centro erano concentrate tutte le funzioni pregiate, le istituzioni, circa 800 attivita’ commerciali, li’ risiedevano almeno 6 mila studenti. Il terremoto ha prodotto i danni piu’ gravi, determinando il suo totale svuotamento. E dal 6 aprile non si e’ fatto nulla per riportalo in vita”.
(Nell’immagine peppecaridi2wordpress.com: Come sarà il ponte sullo stretto di Messina)


04 Gennaio 2010

Categoria : Cronaca
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