Scuole aquilane, i soldi ci sono, ma è tutto fermo a causa della micidiale burocrazia
L’Aquila – Nei giorni scorsi la ministra Giannini è arrivata in Abruzzo per dimostrare la sua attenzione e quella del governo ai problemi scolastici abruzzesi. Lo ha fatto a Pescara e altrove, dove in alcune scuole ci sono stati piccoli crolli di intonaco dai soffitti con disagi per gli studenti e rischi per la loro incolumità .
C’è stato chi ha notato che la Giannini, forse, avrebbe dovuto quanto meno pensare agli enormi problemi delle scuole aquilane, a sei anni dal terremoto. E avrebbe dovuto tener conto della coincidenza con il sesto anniversario del terremoto. Una “magra” politica difficilmente comprensibile. Oggi l’agenzia ANSA mette in luce i gravissimi problemi aquilani per quanto riguarda le scuole, e viene fuori che tra le cause dei ritardi, c’è la solita burocrazia, che azzera ogni sforzo degli amministratori locali a cominciare dal sindaco Cialente.
A sei anni dal terremoto all’Aquila 6 mila bambini sono ancora nei MUSP, i Moduli ad Uso Scolastico Provvisorio costruiti per il rientro a scuola nel settembre 2009 ma che oggi mostrano i segni del tempo, con disservizi e disagi in tutta la città e le frazioni. Ad oggi nessun istituto è stato ricostruito, eppure i soldi per farlo sono nelle casse comunali, 44 milioni. A scriverlo è l’agenzia ANSA nel suo servizio.
“Sono arrivati solo a metà 2013 e quindi fino ad allora, per legge, non potevamo fare nessun progetto”, dichiara il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente interpellato dall’ANSA – A breve dovrebbero cominciare i lavori in due scuole, per le altre spero entro fine anno e l’inizio del prossimo. Purtroppo la ricostruzione pubblica è quella più indietro, e non solo qui, siamo in ginocchio per lungaggini burocratiche e troppi ricorsi al Tar”.
Il Comune intanto – prosegue l’ANSA – ha fatto una manutenzione costata migliaia di euro e quindi presidi, insegnanti e genitori chiedono: perché non si spendono per ricostruire le scuole?
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