Dopo-sisma, battezzata a L’Aquila


L’Aquila – Occhi blu sgranati su un mondo che a lei non fa ancora impressione: forse pensa che sia proprio così. E non dovrà vederlo, quando sarà più grande, ridotto in macerie come appare oggi agli adulti. E’ una bimba, si chiama Elena, nata il 4 settembre a Torino, ma solo perchè i genitori aquilani volevano che venisse al mondo senza turbamenti di alcun genere. E’ tornata nella “sua” città di concepimento, dove nella tenda che rappresenta la chiesa di S.Pietro, quasi scomparsa nel sisma, don Francesco l’ha battezzata. Ha detto, il bravo prete, cose belle e una bellissima: “Non facciamo trovare loro una città distrutta, ma una città ricostruita”. Cioè quando avranno qualche anno e occhi capaci di capire. Detto da un buon prete sotto una tenda con il Bambino Gesù di creta a braccia aperte, è semplice e giusto. Come andranno le cose, e se Elena vedrà una città dell’Aquila in piedi, più o meno com’era fino al 6 aprile, è tutto da verificare. Ma sperare non costa nulla, se non una grande melanconia e qualche lacrima repressa. Ma Elena non può saperlo e gli occhi azzurro scuro chi sa cosa vedono, oggi.
(Nella foto: S.Pietro com’era appena dopo il sisma)


03 Gennaio 2010

Categoria : Cronaca
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