Chiude la redazione de Il Messaggero, appello Confcommercio a Virman Cusenza
L’Aquila – LUCCI: “NO, NON CHIUDERE IL MESSAGGERO…” – (Foto: il vertice di Confcommercio e sotto il direttore de Il Messaggero Virman Cusenza) – L’Aquila sta per perdere anche la redazione del quotidiano Il Messaggero. Lo rendono noto, dopo una serie incontrollata di voci che circolano da mesi, il presidente e il direttore della Confcommercio, Roberto Donatelli e Celso Cioni, i quali hanno inviato al direttore del giornale romano Virman Cusenza un appello: “Gentilissimomo Direttore, ci rivolgiamo con dovuto rispetto alla Sua cortese attenzione per sottoporLe l’invito a voler riconsiderare la decisione assunta di chiudere la redazione storica de “Il Messaggero”nella nostra Città, capoluogo d’Abruzzo.
Abbiamo appreso di tale decisione e ci appelliamo alla Sua sensibilità per sostenere le nostre ragioni, anzi quelle che riteniamo le nostre buone ragioni.
La prima di esse è che L’Aquila sarebbe l’unico capoluogo di regione d’Italia a non avere una redazione de Il Messaggero e questo non ci sembra il miglior gesto nei confronti della nostra città che ha dovuto reagire, con un atto di coraggio, ad un destino perlomeno ruvido.
La seconda nostra ragione è che la Vostra redazione fa parte della nostra storia e della nostra identità.
E noi non vogliamo cancellarle.
La terza è che noi abbiamo affetto per Il Messaggero e per la sua storica redazione aquilana. Un affetto esercitato quotidianamente, da molti decenni. Un affetto per quel luogo ed un affetto anche per la memoria pubblica che esso custodisce. Ecco, caro Direttore, per noi tutto questo è un valore ed ha valore. E lo diciamo noi che il mercato, almeno un po’, lo conosciamo.
Conosciamo bene le regole e l’efficienza che il Mercato Le chiede e forse, Le impone. Ma anche Lei sa che l’efficienza spesso si declina con l’indifferenza. E noi siamo convinti che Lei non sarà indifferente.
Carissimo Direttore, noi ci aspettiamo da Lei un atto di coraggio, lo stesso che hanno avuto gli Aquilani la mattina del sette aprile duemilanove, decidendo senza pensarci un attimo, di restare qui, a L’Aquila, soltanto perché era giusto così”.
(Ndr) – L’iniziativa della Confcommercio è da appoggiare e condividere totalmente. Se davvero Il Messaggero rinuncerà alla sua presenza – che dura da decenni – ciò vorrà dire un irrimediabile impoverimento della città, dopo la scomparsa dell’inserto de Il Tempo, della redazione dell’ANSA, della televisione TvUno, la mai realizzata sede Rai e via di seguito. Vi saranno anche conseguenze occupazionali nel mondo del giornalismo. Una situazione di discesa che allarma e rattrista, alla quale non si sa fare altro che assistere in una sorta di resa incondizionata.
NO! NON CHIUDETE IL MESSAGGERO A L’AQUILA
Gabriele Lucci scrive: “Chiudere il Messaggero è ibernare una parte importante della nostra memoria e oggi di tutto abbiamo bisogno tranne che far venir meno alcuni punti di riferimento. Ne abbiamo persi già troppi, non possiamo permettercelo, soprattutto quando si parla di stampa. Se continua così parleremo tra un po’ solo all’imperfetto, poi al passato remoto. Io, noi tutti, siamo cresciuti con il Messaggero, con i suoi giornalisti, con le sue testimonianze. La sua storia si è incrociata con la nostra così come con quella di altri giornali. Niente è più drammaticamente o felicemente speculare tra la vita dei cittadini e l’eco della stampa. Dunque lanciamo un appello, una sottoscrizione nella quale l’asse portante sia la difesa dei posti di lavoro e insieme del loro frutto quotidiano. La Stampa non si tocca. Nemmeno, anzi soprattutto, quando non dovesse pensarla come noi”.
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