“Badanti” in ospedali, risoluzione M5S
Pescara – C’è chi ci vive, chi chiede parecchi soldi per le sue prestazioni, e chi si offre anche grazie a complicità dentro gli ospedali. Naturalmente senza pagare un euro di tasse ed eludendo qualsiasi regola o controllo. Un fenomeno che altrove è stato già regolamentato e reso meno ingiusto per chi ne è escluso.
Una risoluzione per regolamentare il fenomeno delle cosiddette “badanti” che assistono i degenti in ospedale durante i pasti o nelle ore notturne, prevedendo l’istituzione di un registro che eviti il lavoro irregolare e l’evasione fiscale. L’iniziativa è del Consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari, che ha depositato un documento in cui impegna la Giunta regionale a istituire, e a tenere aggiornato in ogni ospedale pubblico o privato, l’elenco nominativo delle persone e delle cooperative sociali che offrono assistenza non sanitaria ai pazienti ricoverati, che dovrà essere pubblicizzato in tutti i presidi con locandine e manifesti; a predisporre, presso le accettazioni dei nosocomi, appositi moduli in cui i familiari dei degenti devono indicare il nominativo di chi è incaricato di assistere il ricoverato; a consentire l’ingresso nei reparti al solo personale iscritto nell’elenco; a introdurre l’obbligo per le “badanti” di una divisa di colore arancione con relativo cartellino identificativo; a fare assoluto divieto, al personale sanitario delle Asl, di indicare ai pazienti nominativi di persone o strutture disponibili all’assistenza non sanitaria dei ricoverati.
“Quello delle badanti irregolari – spiega Pettinari – è un fenomeno che negli ultimi anni, complice anche la crisi, sta assumendo proporzioni preoccupanti. Ci sono persone, infatti, che pur non avendo alcuna preparazione professionale, si presentano nei reparti ospedalieri proponendo assistenza ai ricoverati. Un sistema che provoca enormi difficoltà alle cooperative sociali, che invece assicurano regolarmente questo servizio, occupando operatori qualificati e rilasciando fattura fiscale. In Abruzzo già la Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila ha adottato uno specifico regolamento in materia e anche la Regione Lazio si è attivata per disciplinare questo tipo di attività. E’ arrivato il momento che anche la Regione Abruzzo faccia la sua parte, perché è nostro dovere non solo impegnarci per contrastare il lavoro sommerso, ma anche per tutelare la salute dei pazienti dei nostri ospedali, la cui ‘assistenza non sanitaria’ non può essere affidata a chiunque”. (f.f.)
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