Powercrop, protesta presso la Regione
Pescara – Biomasse Powercrop, molti contro (altri favorevoli) e manifestazione questa mattina presso la Regione, a Pescara, durante la riunione che dovrebbe portare un pronunciamento sullo stabilimento a biomasse nella Marsica. Il progetto prevede un nucleo produttivo Powercrop non lontano da Avezzano, nel Fucino. Darebbe occupazione a 25 persone. E’ finito nel nulla, invece, il progetto biomasse a Celano, che avrebbe occupato circa 50 persone, in una zona colpita a suo tempo dalla chiusura di uno storico zuccherificio. E a Celano, oggi, la Powercrop molti la vorrebbero, pensando di poter recuperare il lavoro. Altrove, invece, sono tutti contrari e i sindaci dicono di essere accanto a chi protesta. Situazione complicata, come sempre, quando si tratta di insediamenti che bruciano qualcosa, che sono temuti come generatori di inquinamento. Nel caso Powercrop, si temono, ad esempio, le ceneri. Si grida che il Fucino è votato all’agricoltura e quella deve incrementare.
FARE VERDE ha diffuso una nota: “Un assurdo ecologico. Questo è, per Fare Verde, l’enorme centrale a biomasse che la Power Crop vuole costruire nella piana agricola del Fucino. Basta qualche dato per descriverla: ogni anno consumerebbe la stessa acqua di metà della popolazione di Avezzano, uno dei centri più popolosi dell’Abruzzo interno. L’acqua sarebbe sottratta alle aziende agricole fucensi, che danno lavoro a migliaia di persone. In cambio si otterrebbe un milione e seicentomila tonnellate di fumi e polveri all’anno. Le emissioni inquinanti si accumulerebbero su colture IGP, oltre che nei polmoni dei cittadini, data la particolare configurazione “a conca” del territorio. Inutile dire che la biomassa necessaria per alimentarla, pari a 270.000 tonnellate di legna all’anno, non è disponibile in un territorio caratterizzato da numerose aree protette, tra le quali c’è, a pochi chilometri di distanza, il Parco Nazionale d’Abruzzo.
“È per questo che sono tutti contrari”, afferma Massimo De Maio, referente di Fare Verde per l’Abruzzo, “tranne il Governo italiano, che ha nominato un commissario per facilitare la realizzazione dell’impianto, e gli uffici tecnici della Regione Abruzzo, che hanno deciso di andare dietro al Governo convocando una conferenza di servizi per dare il via libera al cantiere”.
Due ricorsi al TAR, uno dei quali firmato anche da Fare Verde, da parte di Amministrazioni comunali, cittadini e agricoltori, contro la valutazione favorevole di impatto ambientale e un ricorso alla Corte Costituzionale contro la nomina del commissario governativo, non sono bastati per dissuadere il Governo Renzi e il Gruppo Maccaferri, che è tra i finanziatori personali dell’attuale Ministro dell’Ambiente Galletti, dal voler costruire questo vero e proprio ecomostro”.
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