Lorenzin perentoria sui punti nascita, ma…
Rivisondoli – “QUELLI CON POCHI PARTI L’ANNO SONO PERICOLOSI” – Cosa avrà detto oggi la ministra Lorenzin al presidente abruzzese d’Alfonso, che è giunto a Rivisondoli e pare abbia incontrato la donna di governo? Probabilmente quello che aveva anticipato ieri, e cioè fermezza, ma anche uno spiraglio per possibili deroghe. Conviene quindi riassumere l’opinione della Lorenzin.
Un punto nascita con meno di 500 parti l’anno non si deve chiudere per motivi economici, ma perché è pericoloso. Anzi, in Italia si mantiene il limite dei 500, perché abbiamo molte situazioni locali difficili e tante montagne, ma il numero ideale per la sicurezza sarebbe 1000. Perentoria, ieri, quindi, la ministra della sanità , Beatrice Lorenzin, a Rivisondoli per un convegno, sui quattro punti nascita che rischiano la soppressione in Abruzzo: Sulmona, Penne, Ortona, Atri. La regola è chiuderli e la Regione non può fare altro.
Niente da fare? Non sembra a sentire le parole della Lorenzin che, ha spiegato ai giornalisti: “Una cosa è parlare di un punto nascita con 200 parti l’anno, un’altra di uno con 480 nascite, cioè quasi 500″. Come dire che qualche ipotesi di deroga potrebbe esserci, ma spetta alla Regione valutare e decidere.
Cosa farà la Regione? Finora ha fatto quello che le riesce meglio: nicchiare, tirarsi indietro, diffondere mezze parole, lasciar trapelare spiragli. Subire venti e influenze politiche. A questo punto bisogna assumersi le responsabilità che competono a istituzioni e persone, e decidere: si chiude, non si chiude, oppure si studia una deroga. Magari per Sulmona, al centro di un territorio molto vasto. Atri, Penne e Ortona hanno punti nascita vicini. Sulmona e l’Alto Sangro sono evidentemente un ben diverso caso da valutare.
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