“La democrazia non si difende con la tortura”
L’Aquila – Scrive Giulio Petrilli: “Purtroppo la mia città de L’Aquila ha un triste primato nel mondo: quello di avere un carcere femminile peggiore di Guantanamo e di Alcatraz.
Nella sezione speciale femminile del carcere Le Costarelle le condizioni di vita delle detenute sono simili se non peggiori del famigerato carcere americano e peggiore anche di Alcatraz.
Isolamento totale, perquisizioni corporali quando si esce dalla cella nell’unica ora quotidiana.
Totale divieto di comunicare tra detenute. Un bunker nemmeno paragonabile a Guantanamo come spazi, con celle due metri per due. Spazio per l’aria tre metri per tre senza mai sole.
Il sole non esiste piu’. Due libri al mese, due soli quaderni per poter scrivere.
Corrispondenza con l’esterno praticamente inesistente, visto la forte censura. Condizioni che ledono completamente i diritti umani. Ma le donne democratiche della mia citta’ dove sono?
Ma non solo loro, anche gli uomini e non solo nella mia citta’ perche’ e’ un problema nazionale.
Tutto tace, tutti girano la testa dall’altra parte. La sezione femminile del carcere speciale de L’Aquila, ha condizioni di gran lunga peggiori delle sezioni a 41bis e credo che questo dimostri che e’ l’unico carcere femminile al mondo cosi’ duro.
Non e’ una esagerazione, purtroppo e’ la realta’.
La tortura di per sé è un fenomeno incredibile, ma applicato nella detenzione delle donne, nel silenzio quasi totale, ha dell’incredibile. Io racconto queste cose a ragion veduta, perché ho visitato diverse volte questa sezione speciale e leggo di denunce sulla situazione descritta, che non hanno visibilità . Torno a riaffrontare questo tema dopo otto anni, quando dopo per aver partecipato a una manifestazione proprio a L’Aquila contro il 41 bis ho avuto conseguenze dure e difficili”.
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