Pedaggi cari: ne risentirà la ricostruzione
L’Aquila – Imperturbabili i signori del pedaggio hanno fatto scattare l’aumento del 4,78% lungo i tragitti delle autostrada A-24 e A-25, che collegano Roma alla Marsica e all’Adriatico, e a L’Aquila e Teramo. Chi ha messo il muso dell’auto sotto la sbarra, ha pagato il soprapprezzo entrato in vigore come regalo di capodanno a mezzanotte. Chi stappava champagne e chi apriva la cassaforte per custodire i nuovi profitti: il rincaro tra i cinque più cari dell’intera rete autostradale. E’ andata meglio sulla A.-14 adriatica, “solo” il 2,4% in più rispetto al 2009. Proteste poche e svogliate, con il PD che parla si vergognosa decisione. Ma certo non sorprendente: era prevista e autorizzata dal governo. Se l’erano tenuta nascosta fino al 30 dicembre per non rischiare che qualcuno non partisse o scegliesse la viabilità senza pedaggi.
A parte l’onere che pesa sulle tasche di tutti (per pochi giorni ancora saranno esentati dal pedaggio gli sfollati aquilani sulla costa, ma forse dal 15 gennaio dovranno pagare anche loro e con l’aumento), c’è un rischio che politici, amministratori, sindacalisti, economisti e altri strombazzatori abituali avrebbero dovuto prevedere e di cui avrebbero dovuto dare opportuna informazione.
Gli aumenti, che sono consistenti perchè sfiorano il 5% proprio sul percorso che porta a L’Aquila, incideranno sensibilmente sui trasporti delle merci e dei materiali occorrenti per la ricostruzione delle aree terremotate. A molti non sembrerà affatto scandaloso aumentare tutto e appesantire i costi. Magari di ben di più del 5%, perchè si sa, in questo paese siamo tutti furboni e sveltoni. Dunque, il rincaro così forte dei pedaggi peserà notevolmente sulla ricostruzione. Così, tanto per migliorare la situazione. Sempre ammesso che una ricostruzione ci sarà davvero. (Nelle foto Col la A-24 nei pressi dell’Aquila)
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