Un rischio enorme per la Valle Peligna
Sulmona – IL TUBO PROGETTATO HA DIAMETRO PIU’ CHE DOPPIO RISPETTO A QUELLO DI MUTIGNANO – CONTRARIA ANCHE L’AMMINISTRAZIONE AQUILANA – Il comitato ambiente diffonde alcune considerazioni a sostegno della propria avversità al progetto del gasdotto SNAM: “Proviamo ad immaginare cosa potrebbe accadere se ad esplodere fosse il gasdotto che la Snam vuole collocare a tutti i costi nel nostro territorio, nonostante la sua elevatissima sismicità. Rispetto a quello di Mutignano, il metanodotto “Rete Adriatica” ha un diametro che è più del doppio : un metro e 20 cm contro 50 cm.
Questo significa che all’interno del tubo transiterebbe, ad altissima pressione, un volume di gas che è oltre 5 volte maggiore rispetto a quello di Mutignano: non ci vuole molto a dedurre che le conseguenze potrebbero essere molto più gravi.
Naturalmente molto dipende dalla distanza rispetto ad impianti così pericolosi. Il decreto del 17 aprile 2008 del Ministero dello Sviluppo Economico, stabilisce che gasdotti con le caratteristiche della “Rete Adriatica” devono essere collocati a 30 metri da singoli edifici e a 100 metri da nuclei abitati con più di 300 persone o da luoghi di concentrazione di persone (quali ospedali, scuole, centri commerciali ecc.). Come si vede, secondo il decreto, contano i numeri e non il valore della vita umana in sé. Una famiglia che vive in una casa isolata può tranquillamente soccombere, mentre chi ha la “fortuna” di abitare in un borgo (ma guai ad essere in 299!) può sperare di salvare la pelle. Nella sola Valle Peligna vi sono diverse situazioni a rischio, stante la pochissima distanza dal gasdotto in progetto. Parliamo sia di singole abitazioni che di luoghi di concentrazione di persone, come il centro commerciale di Roccacasale e il vivaio di via Ancinale. In questi ultimi due casi le distanze sono addirittura inferiori ai limiti imposti dalle norme vigenti!
Esposta ad un rischio potenziale molto elevato, è inoltre l’area ricompresa tra Case Pente e il cimitero di Sulmona. Qui il progetto della Snam prevede l’interramento, per un tratto di oltre 500 metri, di ben 4 tubi affiancati, ciascuno di un metro e 20 di diametro che , partendo dalla centrale di compressione, arriverebbero all’impianto Snam già esistente alla base del vallone Grascito. I 4 tubi, con un potenziale esplosivo 20 volte più grande di quello di Mutignano, passerebbero sotto la strada regionale 487, percorsa tutti i giorni da autoveicoli, e sarebbero collocati a poco più di 300 metri dal cimitero di Sulmona, luogo sacro visitato quotidianamente dai cittadini.
Chi è preposto per legge a garantire l’incolumità pubblica ha valutato attentamente tutte queste situazioni di rischio? E su quali basi sono state rilasciate le dovute autorizzazioni? Quanto accaduto a Mutignano e nelle altre località dove già si sono verificate esplosioni simili, pone in evidenza che i limiti delle norme vigenti – il cui rispetto è comunque da dimostrare – sono del tutto inadeguati a tutelare l’incolumità delle persone e ad evitare danni alle cose e all’ambiente”.
L’AQUILA – La giunta comunale ha approvato una proposta di deliberazione, da trasmettere al Consiglio, nella quale stabilisce la non conformità del metanodotto Sulmona – Foligno alle previsioni dello strumento urbanistico. L’atto è stato presentato all’esecutivo dal sindaco Massimo Cialente.
Il documento ricorda in premessa il pronunciamento dello stesso Consiglio comunale che, con delibera dell’ottobre 2010, esprimeva la propria contrarietà all’intervento, che attraversa il territorio comunale, invitando contestualmente la Snam a presentare un progetto alternativo.
Il Ministero dello Sviluppo economico ha, nel frattempo, attivato la procedura per il rilascio della relativa autorizzazione e, il 24 febbraio scorso, in sede di conferenza dei servizi presso lo stesso dicastero, i rappresentanti del Comune dell’Aquila hanno evidenziato “l’elevato impatto negativo che la realizzazione del progetto avrebbe per il territorio, per l’economia locale e per la sicurezza dei cittadini”, dal momento che l’infrastruttura andrebbe a intersecare le linee di faglia di Pettino e del Gran Sasso, a tagliare numerose zone sottoposte a vincolo idrogeologico e ad attraversare le linee perimetrali del Parco nazionale Gran Sasso Monti della Laga . Il documento varato dalla giunta sottolinea, inoltre, come il tracciato del metanodotto andrebbe a tagliare “il sagrato naturale sottostante l’eremo in stile romanico del XIII secolo, inserito nella fascia rocciosa tra il torrente Raiale e la parete rocciosa”, interessando un’area caratterizzata da sentieri naturalistici e da una foresta di pini neri.
Alla luce di tali premesse, e in vista della riunione finalizzata alla conclusione dei lavori della conferenza dei servizi per il rilascio dell’autorizzazione, fissata per giovedì 26 marzo nella sede del Ministero dello sviluppo economico, l’esecutivo ha ritenuto di esprimere il proprio parere sulla conformità urbanistica dell’opera, trasmettendo la proposta di deliberazione al Consiglio. L’atto contiene altresì l’autorizzazione, da parte dello stesso Consiglio, per il sindaco o un suo delegato, a rappresentare, presso il Ministero, cui peraltro è trasmesso per conoscenza, il parere contrario dell’amministrazione comunale alla realizzazione del progetto.
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