La memoria è importante per la immaginaria ricostruzione di un futuro possibile
di Cinzia Maria Rossi * -
PESCARA – Si è svolto domenica pomeriggio, 15 marzo 2015, presso l’Auditorium “L. Petruzzi” del Museo dello Genti d’Abruzzo, l’evento “Un rosario di chiavi. Una storia di emigrazione abruzzese”, davanti ad una platea gremita di pubblico interessato ed attento. La manifestazione è stata promossa e fortemente voluta dall’Associazione Culturale “Tutti pazzi per Corvara”, nata dall’idea di una giovane, l’arch. Anna Pia Urbano, che dell’associazione è presidente.
Il discorso del sindaco di Corvara, Guido Di Persio Marganella, giovane, motivato ed emozionato, dimostra che l’interesse per le “radici” e la rivalutazione del nostro trascorso di emigranti è sempre attuale. Senza paura e senza vergogna, un’altra Italia lavora e rappresenta in tutto il mondo la Patria degli avi con onestà e laboriosità. Il pomeriggio si è svolto ascoltando le testimonianze e gli interventi di persone delle istituzioni, o che si occupano da anni della questione migratoria e dei rapporti con “l’altra Italia fuori dall’Italia”, tanto per citare il Presidente dell’ANFE, Goffredo Palmerini.
Fondamentali per la riuscita dell’evento, il recupero e la proiezione del video/documentario, le intense collaborazioni tra l’Assessorato “Emigranti e tradizioni” della Regione, il Museo delle Genti d’Abruzzo e la RAI Servizio RAI Teche, che come ha spiegato Rosa Trivulzio di Rai Abruzzo, è un servizio pubblico a disposizione per chiunque voglia fare ricerca storica. Antesignano degli attuali docu-film , “Un rosario di chiavi” del regista Rolando D’Alonzo è stato girato interamente nel borgo di Corvara durante la primavera del 1981.
Paesino dell’entroterra pescarese, come altri in Abruzzo, Corvara è rimasto quasi disabitato a seguito di un forte flusso migratorio durato anni. Intere famiglie si sono trasferite in altre regioni italiane ed in diversi paesi europei (Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Gran Bretagna), nell’America anglosassone (Canada, Stati Uniti) e latina (Argentina, Venezuela, Brasile) e in Australia. Il documentario vuol rappresentare la miseria del tempo e l’abbandono di un borgo nella ricerca di una vita migliore in luoghi lontani. Ad una anziana donna del paese vennero affidate le chiavi di casa da coloro che partivano, da qui l’immagine poetica e quasi religiosa del “Rosario di chiavi” legate da una cordicella che lei custodiva , insieme alle storie di chi era partito, come quasi a conservare fisicamente un “legame” tra case e persone.
Poesie della memoria, in un pomeriggio dedicato alle emozioni. Una giornata proficua e interessante nel corso della quale, tra gli altri, ho incontrato e conosciuto il prof. Gianfranco Giustizieri, Presidente dell’Associazione culturale “Laudomia Bonanni”, insigne studioso della scrittrice aquilana Laudomia Bonanni (L’Aquila 1907 – Roma, 2002), maestra elementare, diventata una delle maggiori e premiate scrittrici del ’900 letterario italiano, le cui opere attualissime stanno conoscendo una seconda giovinezza, dopo alcuni anni di oblio. Recente è la traduzione in inglese e la pubblicazione negli Stati Uniti del suo romanzo “La rappresaglia”.
Proprio nel paesino di Corvara, nel 1925, la scrittrice iniziò il cammino da insegnante appena diciannovenne. Si trasferì poi nella frazione di San Tommaso di Caramanico e successivamente ad Abbateggio fino al 1929, per poi tornare nel territorio aquilano. Una coincidenza molto suggestiva, dato che chi scrive è “appassionata” della Storia al femminile. Le maestre furono le prime donne che per motivi di lavoro dovevano subire trasferimenti e pregiudizi, spesso sole, senza la protezione sociale della famiglia di origine vivevano isolate schiave di una mentalità bigotta, in un’epoca in cui le donne non avevano nemmeno il diritto di voto.
La manifestazione è stata occasione per ascoltare discorsi colmi di propositi e di speranza per l’avvenire, con la promessa e la richiesta di impegno collettivo volto a rilanciare il turismo, l’artigianato e l’agricoltura, prendendo spunto dagli esempi di coraggio degli emigranti italiani.
Hanno dato il loro contributo Donato Di Matteo, Assessore regionale “Emigranti e Tradizioni”e Presidente del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo), Goffredo Palmerini, Presidente Regionale ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), storica associazione nata per assistere gli italiani all’estero e le loro famiglie, fondata nel 1947 dalla Costituente abruzzese Maria Federici, il sindaco di Corvara Guido Di Persio Marganella, Rosa Trivulzio della sede regionale RAI, in rappresentanza del Servizio RAI Teche, Ermanno De Pompeis, direttore del Museo delle Genti d’Abruzzo e la neo Presidente dell’associazione A.S.T.R.A Adriana Gandolfi, etnoantropologa, già scenografa e aiuto regista del video/documentario “Un rosario di chiavi”, il regista Rolando D’Alonzo, il Presidente dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo Leandro Di Donato , e Anna Pia Urbano, Presidente dell’associazione culturale “Tutti pazzi per Corvara”. Ha condotto il pomeriggio, con la professionalità solita, la giornalista Maria Rosaria La Morgia.
Durante la manifestazione è stata data lettura di scritti e poesie, tra cui “Il lamento di Corvara”, una lirica scritta nel 1974 da Emidio Mariani – soldato e partigiano, nato a Corvara nel 1910 – e letta dalla nipotina. Al termine della proiezione, con grande emozione, il gruppo musicale “Il Passagallo”, ha messo in scena lo spettacolo “Bagagli a mano. Canzoni e racconti dell’emigrazione italiana”. Sul palco Carlo Di Silvestre (chitarre, colascione e voce), Graziella Guardiani (canto, flauti), Guerino Marchegiani (fisarmonica, organetto, voce), Antonella Ciaccia (voce narrante). Le canzoni, le testimonianze, giornali e pagine di letteratura per non dimenticare. Appunto, perché siamo stati e siamo “tutti migranti, prima o poi!”.
*Presidente Provinciale ANFE Pescara
Foto di Antonio Corrado, fornite dall’Associazione “Tutti pazzi per Corvara
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