In aula il gran groviglio dei punti nascita
L’Aquila – LA POLITICA DARA’ IL PEGGIO DI SE STESSA TRA STREPITI E TENTATIVI DI AMBIGUI COMPROMESSI – In aula, all’Emiciclo, domani il gran groviglio dei punti nascita. La politica come sempre sui problemi che possono nuocerle in termini di consensi, dà il peggio di se stessa. Cioè si arruffa, litiga, alza la voce, il presidente del consiglio regionale che questiona con il suo vice presidente. Idee confuse, bracci di ferro, la voglia di salvare magari un punto nascita, ricorrendo allo storico – ma sempre valido – pretesto delle zone interne. In verità , è palmare che chi abita nell’Alto Sangro non troverà agevole spingersi per i parti chi sa dove, magari Avezzano, L’Aquila, Pescara, se sarà soppresso il punto nascita di Sulmona. Come, finora, è scritto.
Stessa sorte anche per Ortona, Penne e per gli altri punti nascita che “producono” meno di 500 bebè l’anno. La Regione è tenuta a sforbiciare, non può fare altro e dice di volerlo fare. Ma domani in aula se ne parlerà e chi sa cosa potrà venirne fuori. Tra risoluzioni e altri strumenti del genere, qualcuno tenterà di sostenere che alle aree interne (Valle Peligna) bisogna riservare un trattamento diverso. In modo sempiterno, immutabile come la faccia della Luna che vediamo, la politica alla fine tenta i compromessi, qualcuno parla di furbatine in extremis, individua vie di scampo, adotta rinvii, procrastina. Un po’ come per i tribunali minori, o le province. Gran tuonare di rigori e risparmi, ma alla fine le province sono lì, con meno soldi per chi le gestisce, ma bisogni di risorse enormi. E dei tribunali chi sa quando e se si riparlerà …
In un’Italia meno pagliaccia, prima di adottare delle decisioni, si dovrebbero valutare i problemi e le realtà territoriali. Qualcuno dei politicanti romani è mai stato a Castel di Sangro d’inverno? Saprebbe cavarsela con una donna incinta e in procinto, senza il punto nascita di Sulmona? Prima di tagliare alla cieca e secondo criteri da burocrate deficiente e ottuso, il politico che scrive leggi e regole dovrebbe esaminare e capire il territorio, rendersi conto, verificare che la vita sulla costa è una cosa, tra le montagne d’inverno, un’altra. Se poi l’obiettivo è spopolare l’interno e scacciare i pochi che ci vivono ancora, anche questo andrebbe detto e scritto chiaramente. Si eviterebbero problemi ridicoli come quello che domani l’Emiciclo va ad affrontare. Un problema che in una regione seria non sarebbe dovuto neppure… nascere, a proposito di punti nascita.
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