Adriatico: “resistenza” ai petrolieri


L’Aquila – L’allarme, lanciato anche dal nostro giornale, da quando la Croazia si è accinta (e subito mossa) per trivellare alla grande l’Amarissimo, mentre l’Italia nicchia, strepita e perde tempo, spesso esercitandosi in un improduttivo ambientalismo generico, trova attenzione ormai anche nel mondo della politica. I parlamentari del M5S Castaldi, Blundo, Vacca, Coletti, Del Grosso scrivono:
“Per una grande manifestazione transfrontaliera di “resistenza” alla trasformazione dell’Adriatico in un campo di raccolta del petrolio. La Repubblica di Croazia ha notificato all’Italia l’avvio delle consultazioni transfrontaliere sul Piano e Programma Quadro di ricerca e produzione degli idrocarburi nell’Adriatico.
La divisione del mare della Croazia in tanti lotti affidati alle multinazionali del petrolio rischia di mettere in pericolo l’ecosistema marino italiano, la pesca e il turismo dell’intero Adriatico. Non c’è un attimo da perdere: presentare entro il 20 aprile 2015 le osservazioni alla Valutazione ambientale strategica (Vas) aperta dal Ministero dell’Ambiente deve essere una priorità della Regione Abruzzo.!!
La Croazia intende lanciare un referendum pubblico sullo sfruttamento delle risorse petrolifere a largo delle proprie coste. L’apertura di Zagabria alla consultazione pubblica fa sperare che ci siano le basi per intavolare una vera discussione sulla questione. Ecco perché diventa prioritario coinvolgere anche le nostre comunità locali: gli operatori economici, in particolare quelli impegnati nel settore del turismo e della pesca nella nostra regione, hanno diritto a dire la loro perché quel mare è fonte di ricchezza per decine di migliaia di famiglie abruzzesi. Non possiamo rinunciare al principio di trasparenza e di partecipazione dal basso alle decisioni da prendere. Il costo delle decisioni prese altrove, infatti, rischiano di ricadere sulle spalle dei nostri concittadini. Disseminare l’Adriatico di trivelle per le prospezioni off shore significa minare nel profondo la sicurezza per la salute pubblica di due popolazioni: quella croata e quella italiana.
In Parlamento, alla Regione Abruzzo, nel Parlamento Europeo faremo la nostra parte! Abbiamo già presentato numerose interrogazioni e risoluzioni affinché il Governo non sottovaluti i pericoli, i rischi, le ricadute sociali, economiche, occupazionali e ambientali della trasformazione dell’Adriatico in un campo di raccolta del petrolio. È noto che in quel mare le correnti finiscono per trasportare inquinanti e rifiuti sulle coste romagnole, abruzzesi, molisane, pugliesi e venete. Intere economie locali rischiano di essere fortemente danneggiate nel caso di incidenti ambientali dovute alla fuoriuscita di idrocarburi. Per questo, ribadiamo, è necessario ponderare ogni decisione e attivarsi per fare pressioni sulla Croazia affinché venga scongiurato qualsiasi rischio legato allo sfruttamento delle risorse naturali. Per il 25 Aprile organizzeremo una grande manifestazione transfrontaliera di “resistenza” alla trasformazione dell’Adriatico in un campo di raccolta del petrolio! Ci batteremo insieme ai croati per dire NO alla svendita e violenza sul nostro comune mare”.


11 Marzo 2015

Categoria : Cronaca
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