D’Alfonso e Lolli sugli 11 contratti sviluppo


Pescara – In sintesi massima, 11 contratti per lo sviluppo locale, previsione di investimenti per 60 milioni. Il vicepresidente Lolli, prima di provvedere alla firma dei contratti di sviluppo, a valere sui fondi del Par Fsc 2007/13, ha ricordato i due anni di gestazione dello strumento negoziale, “anche se – ha osservato – i contratti di Invitalia hanno tempi significativamente superiori”. In effetti, in questo periodo si è costruito “uno strumento amministrativo sartoriale – come ha aggiunto D’Alfonso – a misura d’azienda”, oggi collaudato per procedere speditamemte alla firma di altri contratti di sviluppo nelle aree di crisi ed in Valle Peligna. In ogni caso, il fondo destinato ai contratto di sviluppo, rifinanziato con 200 milioni di euro dal Governo nazionale, consentirà al nostro sistema industriale di realizzare programmi complessi di investimento, la riqualificazione settoriale, lo sviluppo di filiere o di poli di specializzazione, il riposizionamento competitivo dei tradizionali settori di specializzazione.
Lolli ha dato atto al sistema industriale abruzzese di “essere maturo e fortemente radicato nella realtà regionale: la vera discontinuità con il Mezzogiorno – ha spiegato meglio – è rappresentata proprio dall’alta incidenza che l’industria ha, in Abruzzo, sul Pil e l’occupazione, un dato superiore alla media nazionale”. Il Vicepresidente ha anche contestualizzato l’Abruzzo nella morsa della crisi, cui si aggiungono gli effetti del terremoto, la dualità del modello industriale che vede concorrere le multinazionali e le piccolissime aziende, con meno di nove addetti. Ma è proprio qui, secondo Lolli che è necessario intervenire, creando per tutti un futuro incarnato da “innovazione, ricerca e propensione a dedicarsi ai mercati internazionali”. “Grazie alla via che apriamo qui – ha aggiunto Lolli – possiamo dimostrare a tutti che investire in Abruzzo è conveniente e che l’Abruzzo è una regione sempre più accogliente e che tutela l’occupazione. Noi ci stiamo attrezzando, anche pensando ad un sistema misto di aiuto che mette insieme il conto capitale e il credito agevolato, ricordando che peggio di una politica industriale inesistente c’è la politica industriale fatta dall’assessore anziché dalle imprese. Per questo sono necessarie le relazioni continue attraverso le quali le imprese propongono e le istituzioni accompagnano e semplificano”.


11 Marzo 2015

Categoria : Economia
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