L’Aquila, sui furti al Cimitero
L’Aquila – (ore 0,10) – Scrive Franco Taccia: “Stasera mi sono recato presso il Cimitero aquilano, già quasi tutto avvolto nell’ombra della sera.
Neppure il rumore dei passi dei visitatori sulla ghiaia. Qualche minuto vicino a “Chi” ha lasciato un vuoto che il passare degli anni rende ancor più terribile. Piccolo conforto quei pochi momenti lontano da chiunque, che in ogni caso sarebbe di troppo. E poi, al momento dell’uscita da quello che con troppa facilità (o faciloneria?) viene definito Cimitero Monumentale, un cazzotto nello stomaco, peggio di una stilettata. Un cartello con lo sfogo amaro di chi lamenta l’ennesima barbarie ad opera dei predoni del rame e di qualsiasi altra cosa si possa saccheggiare in un luogo come quello. Avvenuta a Febbraio, del 2015; non l’avevo saputo. La mano che ha vergato quel messaggio li chiama “vili”. Ma succede da sempre anche se ci si pensa solo quando lo sfregio ti balza agli occhi. E se succede da sempre, è sicuro che solo chi ruba abbia qualcosa da farsi perdonare?”.
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