Gasdotto, scaricabarile e mille domande


Pineto – (di G.C.) – (Foto: il gasdotto squarciato – foto Forestale – e la pm Scamurra durante il sopralluogo, foto Il Centro) - Le case c’erano prima, il gasdotto è arrivato dopo. Almeno questo dettaglio pare certo. Dubbi e incertezze sugli elettrodotti, che non dovrebbero trovarsi – dice la logica comune – troppo vicino a tubi dentro i quali corre gas a 19 atmosfere di pressione. Le frane? La Forestale dice che non ce ne sono state – come abbiamo pubblicato con risalto fin da ieri – mentre la SNAM sembrerebbe avvinghiata come l’edera all’ipotesi frana o smottamento. Magari dovuti al maltempo. Via di fuga che, a parere di molti, non azzera certo possibili responsabilità: si fa un metanodotto in un’area soggetta a frane?
Come sempre a danno fatto, cominciano gli scaricabarile (sport nazionale), i dubbi, la tempesta di pareri e perizie sommarie, i sopralluoghi (oggi quello del PM Silvia Scamurra) e la domande. Prima di tutte, cosa ha innescato l’esplosione del gas? Cosa ha fatto esplodere il tubone, come denunciano le immagini chiarissime diffuse ieri dalla Forestale? Il tubo era lesionato di suo? Per ora, nessun indagato, solo ovvie ipotesi di reato scritte sulle carte giudiziarie.
Per fortuna, i feriti – alcuni dei quali ancora affidati ai medici – stanno meglio, morti non ce ne sono stati, solo danni (anche gravi ad alcune strutture edilizie e case) su un’area che pare sia estesa addirittura una quindicina di ettari. Ma anche se fossero di meno, le esplosioni di gas sono state fortissime, le fiammate spaventose, il calore e l’onda d’urto possenti. Chi ha visto il gas prendere fuoco magari uscendo da una bomboletta da campeggio, ne sa qualcosa: una palla di fuoco istantaneo. Impressionante.
Possono gasdotti di questo tipo trovarsi tra le case (che c’erano prima, ripetiamo) e presso elettrodotti? Possiamo pensare di costruirne altri come si progetta in questi anni? Non c’è bisogno di retorica ambientalista per formarsi un’opinione. Tutto è possibile, gas e corrente servono, ma occorrono misure di sicurezza e prevenzione che, è evidente, non ci sono.
“Probabilmente molte persone hanno la memoria corta, ma noi del Movimento 5 Stelle no” – dice una nota di Fabio Berardini. “Vale la pena però di ricordare quanto sta succedendo a Teramo…Proprio sotto i nostri piedi! Alcune settimane fa, approdava in Commissione Consiliare un ordine del giorno così enunciato: “METANODOTTO CELLINO-TERAMO-SAN MARCO 2° TRONCO DN 500 (20″), DP 75 BAR. AUTORIZZAZIONE ALLA COSTRUZIONE E ALL’ESERCIZIO CON ACCERTAMENTO DELLA CONFORMITÀ URBANISTICA, APPOSIZIONE DEL VINCOLO PREORDINATO ALL’ESPROPRIO E DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ EX D.P.R. 8/6/2001 N. 327 ART. 52 QUINQUIES.”
L’Assessore Cozzi aveva molta fretta di discutere e di approvare questo punto tanto è che non diede tempo ai Consiglieri di leggere bene le carte e per questo motivo il Movimento 5 Stelle chiese un’ulteriore Commissione per approfondire l’argomento ma tale richiesta non venne accolta.
In pochissimi giorni il provvedimento venne portato in Consiglio Comunale e, sempre senza trattare minimamente il discorso sulla sicurezza di un impianto che dovrebbe passare proprio a fianco di alcune abitazioni, venne posto in votazione.
Il risultato? Solo il Movimento 5 Stelle votò contrario a tale opera sia perché non ci fu alcuna spiegazione del perché questo metanodotto dovesse passare proprio vicino ad un centro abitato e sia per l’assenza di una vera utilità per la popolazione.
Ricordiamo, infine, che il Comune di Sant’Egidio ha votato CONTRO la costruzione di quest’opera ed il Sindaco ha dichiarato che la sua realizzazione risulterebbe «altamente impattante e avrebbe effetti negativi oltre a determinare una situazione di fragilità idrogeologica e sismica nonché una situazione di rischio di vario genere, legate alla pericolosità del prodotto trasportato».
In assenza di misure di sicurezza, grazie ai tanti Consiglieri che hanno votato a favore, avremo anche noi un pericolo vicino casa”.


07 Marzo 2015

Categoria : Cronaca
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