“Le aziende agricole costrette a morire”


Ofena – Scrive Dino Rossi (Cospa allevatori Abruzzo, foto) : “Le aziende agricole chiudono i battenti, ma c’è chi gode di stipendi da capogiro e non le difende. Le aziende sempre più indebitate e ora al collasso, i giovani imprenditori che sono stati indirizzati dalle organizzazioni a seguire le orme dei loro genitori, ora si trovano dentro un tunnel di cui non si vede la fine.
Le aziende agricole non sono più difese , ma siamo rappresentati nei tavoli istituzionali da organizzazioni professionali agricole inconsapevoli (o no?) della politica malsana, le quali pensano a salvare i loro stipendi e non le aziende. I dirigenti delle nostre organizzazioni professionali e i componenti dei consigli di amministrazioni messi solo a fare numero e capaci di chinare il capo ai poteri forti stanno contribuendo al massacro economico.
E’ un quadretto che regna da anni all’interno delle organizzazioni, mai nessuno associato ha fatto la voce grossa per paura di ripercussioni o forse preferivano credere alle favole che spesso recitavano i rappresentanti di zona. Questi signori non hanno mai alzato un dito a difesa degl’imprenditori agricoli, non si è visto mai nessuno scendere a nostra difesa ogni nuova finanziaria. Inspiegabilmente ci ritroviamo a pagare doppie tasse, come l’imu e la bonifica sui terreni agricoli, terreni che vengono lavorati con i mezzi agricoli con il gasolio agevolato, oggi con l’assegnazione ridotta del 23%, quindi costretti ad acquistarlo alla pompa e pagarlo il doppio. Questa latitanza da parte delle organizzazioni professionali agricole va avanti da anni, a cominciare dalla mucca pazza, una malattia inventata, anzi una malattia da laboratorio sponsorizzata da scienziati di grido. Per chi non lo sapesse, in Italia si produceva il cronassial, un medicinale con il cervello di mucca per curare il sistema nervoso, ritirato dal commercio perché letale per i pazienti. Dei morti provocati da questo medicinale nessuno ne ha parlato, ma delle presunte morti dovuto al consumo della carne era ed è sulla bocca di tutti dalla stampa nazionale e ai politici di turno.
Le nostre organizzazioni ed in particolare la COLDIRETTI, che oggi ha come specialità i sondaggi del consumo dei panettoni: lo sapeva? Nessuno ne ha parlato, ma questo ha giustificato il nascere di strutture nuove come l’anagrafe bovina, costata milioni di euro, con la scusante della salute pubblica, per non parlare di quei prelievi al cervello alle mucche morte di cause naturali in azienda destinate all’interramento o agli inceneritori, anche questi costati milioni di euro. Intanto, con la pubblicità negativa il mercato degli animali scendeva a favore del re delle carni!! Lo scempio della vaccinazione obbligatoria della lingua blu. Un vaccino devastante, che provocava più danni della malattia stessa e come sempre pantalone pagava milioni di euro per una vaccinazione inutile e dannosa.
A questo punto un dubbio ci assale e la domanda nasce spontanea: Chi sa quanti soldi stottoforma di sponsor giravano nei meandri delle tasche di chi sponsorizzava i farmaci? Che dire delle quote latte? Le mucche fatte vivere 83 anni sulla carta per aiutare gli amici degli amici, allo scopo di italianizzare il latte proveniente dai paesi dell’est, facendo scendere il prezzo del latte alla stalla. E che dire dei titoli venduti a personaggi che facevano i rappresentati di medicinali invece che proporli ai contadini. Questi titoli a loro volta dovevano essere spalmati su una superficie e hanno pensato bene di utilizzare gli usi civici delle nostre montagne, mettendo in crisi anche l’allevamento in alpeggio su tutto il territorio nazionale. Per questo stanno indagando la Finanza, la Forestale e i Carabinieri del Nas, ma ancora oggi a distanza di due anni dall’esposto presentato dallo scrivente ancora non si arriva alla conclusioni delle indagini: o forse non le vogliono concludere? Dopo tutti questi duri colpi inflitti alle aziende agricole ecco che arriva l’ultimo colpo di grazia alle aziende da parte di Equitalia, che prima utilizza delle leggi che innescano l’anatocismo e quando le aziende sono ormai alle corde, si procede con vendite all’asta guidate per permettere l’acquisto agli amici degli amici di fare l’affare,( come è successo in Sicilia e in Sardegna). Mi rivolgo al mondo agricolo, non pensate ai parassiti abituali, pensiamo a chi per anni ci ha illuso, facendoci credere che ci difendevano, ma in realtà pensavano a come fare crescere il loro stipendio e complottare contro di noi a favore dei loro amici, invece di tutelare le aziende agricole. E’ ora che li cacciamo a pedate nel culo”.


02 Marzo 2015

Categoria : Cronaca
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