M5S, l’Europa e il petrolio adriatico


L’Aquila – “La Commissione europea non può stare in silenzio rispetto ai dieci permessi per l’esplorazione di petrolio nel mar Adriatico concessi a novembre scorso dalla Croazia alle compagnie petrolifere. La Commissione deve spiegare cosa sta facendo per salvaguardare, così come prevede la Carta della Ue, il diritto alla salute dei cittadini e il diritto alla tutela ambientale”. Sono due concetti rivolti al commissario europeo all’Ambiente e Pesca Karmenu Vella dal portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini (foto) durante la seduta della commissione Ambiente del Parlamento europeo svoltasi martedì scorso a Bruxelles.
“Le licenze concesse dalla Croazia – ha detto Pedicini durante il suo intervento – coinvolgono 40 mila chilometri quadrati di mare chiuso fra sei Paesi: Croazia, Italia, Grecia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Slovenia. Si tratta – ha aggiunto il portavoce pentastellato – di una superficie che interessa mezzo mare Adriatico che da sempre costituisce un patrimonio naturale e una fonte di ricchezza per il turismo e per la pesca per oltre 1700 chilometri di costa continentale e circa 4 mila chilometri di coste per le circa 1200 isole. La Commissione europea – ha sottolineato polemicamente Pedicini – deve spiegare ai croati, agli italiani, agli sloveni e ai montenegrini che con le estrazioni petrolifere si comprometterà per sempre tutto questo patrimonio ambientale e turistico. Non si può continuare a pensare – ha aggiunto l’esponente dei 5 Stelle rivolgendosi al commissario Vella che con grande attenzione lo stava ascoltando – che ci sono problemi soltanto quando si verifica un incidente petrolifero. I problemi di inquinamento dovuti alle estrazioni ci sono sempre e comunque e gran parte del mar Adriatico rischia di essere compromesso in modo irreversibile. Quindi – ha concluso Pedicini – chiedo a lei che è commissario all’Ambiente e all’intera Commissione europea cosa state facendo per evitare che tutto questo accada”.
Il commissario maltese Vella senza scomporsi più di tanto ha liquidato la risposta con poche e generiche battute: “C’è una normativa europea che gli Stati membri devono rispettare. Faremo sì che venga rispettata, anche se – ha aggiunto – i singoli Stati hanno il diritto di scegliere autonomamente se autorizzare o meno le esplorazioni petrolifere”.
“Una risposta superficiale e pilatesca – ha commentato Pedicini – che per l’ennesima volta mette in luce l’incapacità o la precisa volontà della Ue di affrontare un’emergenza, anche quando i principi base di importanti normative europee vengono aggirate o non rispettate. Tuttavia, il M5s continuerà a vigilare e ad battersi per evitare che una risorsa naturale straordinaria come il mar Adriatico venga devastata dagli interessi economici delle società petrolifere e di governi irresponsabili che vogliono fare cassa attraverso le royalties”.
(Ndr) - Le trivellazioni croate in Adriatico, a breve distanza dalle coste italiane e abruzzesi, sono state più volte argomento di articoli e servizi (anche sul nostro giornale), che non hanno suscitato l’attenzione della politica italiana. Nessuno sembra preoccuparsene, come di un male necessario e inevitabile. E finirà che dovremo anche acquistare il petrolio che i croati estrarranno…


27 Febbraio 2015

Categoria : Cronaca
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