“Spee, da Unicredit alle vigne del Brunello…”
L’Aquila – ORGOGLIO AQUILANO, LUCIANO ARDINGO SU AFFARI E FINANZA – (di G.Col.) – Su Affari e Finanza, il prestigioso inserto de La Repubblica dedicato all’economia italiana, una notizia che fa due volte piacere. A L’Aquila e agli aquilani, perché riguarda uno di loro, un imprenditore geniale quanto innovativo, Luciano Ardingo, patron e fondatore della SPEE. A noi di questo giornale, che, diciamolo senza falsa modestia, in Ardingo abbiamo sempre riposto fiducia e considerazione. Lui e la sua SPEE ci apparvero subito, diversi anni fa, e rimane scritto negli archivi, realtà diverse, punti di forza di uno sviluppo – anche economico – che neppure il terremoto del 2009 ha rallentato. Anzi, tutt’altro.
Chi ha letto Affari e Finanza di oggi, ci ha trovato una pagina, la 25, con un titolone: “Spee: la sicurezza hi-tech di Ardingo, da Unicredit alle vigne del Brunello”. E un ritratto artistico di Luciano, che, diciamocelo, non gli rende omaggio. Di persona, è assai più elegante, sempre molto british nel modo di muoversi, parlare, vestire. Ma gli artisti, si sa, vedono il mondo a modo loro. E vedono le persone “dentro”.
Il servizio, di Marco Panara, è onesto, documentato, leggibile e senza la sgradevole “puzza sotto il naso” che spesso i giornaloni riservano alla nostra sorprendente terra di “pecorari2.
Stavolta l’Abruzzo ha volato, e vola, molto in alto. Dice l’articolo: “Neanche il terremoto ha fatto spostare dalla sua storica sede dell’Aquila l’azienda che gestisce i sistemi di protezione per Enel e Telecom, Conad e le grandi banche, Fiat e le gallerie lombarde, e perfino le gioiellerie di Place Vendom a Parigi”. Lo “speciale” di questa storia di imprenditoria evoluta, infatti, dice che Ardingo, nonostante le disattenzioni, la distanza indifferente della sua città – L’Aquila – la SPEE è rimasta dov’era, con i suoi oltre 100 dipendenti, le sue tecnologie ipersofisticate, il suo sapore avveniristico da sala comando fantascientifica, il suo edificio di colore metallico a Pile. Ardingo ha aperto anche a Milano, da qualche anno, e ci accinge a muoversi anche fuori dall’Italia. Ma mente e radice, ma soprattutto cuore, sono a L’Aquila e tra i paesaggi incantati della sua Campotosto.
La SPEE oggi è tra le azienda che detengono primazia nel campo della sicurezza, anche grazie all’ultima creatura, Protechtor (nomen omen…), una geniale app che fa dello smartphone intelligente strumento di sicurezza personale anche in emergenza sanitaria. In sostanza, se occorre vi localizzano ovunque vi troviate e avrete soccorso e tutto ciò che occorre. Tutto fa capo, come già scrivemmo qualche tempo fa, a Panopticon, una centrale superprotetta – scrive la Repubblica – in mano a ingegneri e specialisti, essa stessa creata dalla SPEE. Stanno girando giusto in questi giorni il film n.24 di 007 – nonostante le buche e i pantani nelle strade di Roma – che evoca situazioni e idee di questo tipo, che però per la SPEE sono già realtà , per la realtà di tutti i giorni, e non per l’agente segreto di Sua Maestà .
Anche se SPEE “lavora o ha lavorato per Esercito, carabinieri, polizia, GdF, ma anche per una serie di altri uffici e ministeri, oltre a grandi banche e grandi gruppi commerciali. Inclusa la Fiat – o superfiat FCA di Marchionne. Una curiosità che la dice lunga: la SPEE vigila con droni e altre magnifiche diavolerie sulle vigne di del re dei vini, il Brunello di Montalcino. Ma l’elenco è lungo, c’è da restare a bocca aperta e, naturalmente, da stupirsi pensando che L’Aquila non ha dato all’azienda la propria attenzione. Strana città , eterna validità del “Nemo prophoeta in patria“…
La Repubblica nota che Ardingo non ha lasciato la sua città . Lui risponde asciutto: “Anche l’impresa deve avere la sua dignità ”.
Un bel riconoscimento all’azienda di Pile. Significativo che arrivi da Affari e Finanza, che complimenti e attenzione non ne spreca, se non per realtà valide e dignitose. Bene, lo avevamo fatto prima anche noi. Ripetiamo: ne siamo orgogliosi. Forse era più facile, perché Ardingo lo conoscevamo da prima dei redattori dell’inserto economico. O forse era perché uno come Ardingo mica si incontra tutti i giorni.
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