“Elettrodotto faraonico, costoso e dannoso”
Pescara – Il COMITATO DI LOTTA “ENERGIE ALTERNATIVE” scrive: “MEGAELETTRODOTTO SOTTOMARINO PER L’INTERCONNESSIONE INTERNAZIONALE ITALIA-MONTENEGRO (da Villanova di Cepagatti a Tivat) . Questo faraonico elettrodotto fa parte di un progetto più ampio nella’area euro mediterranea che si dovrebbe integrare con altri già esistenti o in progettazione (per esempio si veda la mappa tratta da wikipedia).
DESERTEC è un progetto globale di energie rinnovabili basato sulla raccolta di energia sostenibile dai siti in cui le fonti rinnovabili sono, ciascuna per la propria natura, maggiormente disponibili.(LINK WIKIPEDIA)
Questo progetto nasce con il Governo Prodi e con Bersani come ministro dello sviluppo economico,i quali hanno firmato l’accordo come opera strategica di pubblica utilità 1l 19/12/2007. Allora presidente della Regione era Del Turco e D’Alfonso era sindaco di Pescara.
Successivamente dal Governo Berlusconi, il 19 settembre 2012, viene ratificato un Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra Italia e Serbia che prevede oltre al settore Energia* , anche i Trasporti,le Telecomunicazioni,l’Agricoltura,etc. (link per Accordo di cooperazione Italia Serbia)
“Su questi progetti – spiegò nel 2011 il Ministro Romani – convergono due interessi reciproci: quello del Governo italiano di investire sullo sviluppo di progetti congiunti per contribuire al raggiungimento al 2020 dell’obiettivo del 17% di energia da rinnovabili fissato in ambito europeo, e quello dei Paesi dell’area balcanica di sviluppare le loro fonti interne, rafforzando al contempo la cooperazione industriale e la loro integrazione nel Sistema Europeo”.
Il Progetto prevede un tracciato complessivo di 450 km,di cui,375 di cavo sottomarino , in corrente continua,con una tensione di 380/400 Kvolt, con portata fino a 1 GW di potenza e di altri 75 km di connessioni terrestri in Montenegro, al costo di un miliardo di euro a carico di Terna e quindi delle bollette elettriche italiane.
Secondo Governo e Terna,i lavori di questa interconnessione, che va al di là del progetto serbo, rientrano nel piano di infrastrutture elettriche prioritarie Trans-European Network per la sua funzione strategica di collegamento con i Balcani.
Come abbiamo detto ,il progetto, sarà realizzato da Terna spa* e sarà finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti (con i soldi dei risparmiatori italiani). Link con campagna nazionale “riprendiamoci la Cassa”
Si stima che il costo totale del progetto,sia in Italia che in Montenegro,sia di oltre 2 miliardi di euro, di cui uno è sicuramente a carico di Terna. link su terna da Wikipedia
Nel 2010 il progetto è stato presentato e contestato sia A Pescara che a Villanova di Cepagatti.
Ma molte forze politiche e le Istituzioni Regionali non hanno preso posizione in maniera chiara e trasparente.
Al contrario alcuni Enti locali interessati come Pescara e Cepagatti hanno preso accordi con la societa’ Terna spa(link su Terna sito ufficiale) accettando delle forme di compensazione.
A titolo compensativo Terna verserà ai comuni dei territori interessati al tracciato 23 milioni di euro,da investire in opere pubbliche, così ripartiti: Pescara 5 milioni di euro,7,3 a Cepagatti,2,5 alla Regione per una cifra complessiva di 17,8 milioni di euro più iva, ai quali vanno aggiunti un’ulteriore risarcimento ambientale con l’interramento dell’elettrodotto di 2 milioni su Cepagatti, 4,5 per San Giovanni Teatino e 2 milioni per Pescara.
Il 22 Luglio 2010, a seguito di un accordo tra il comune di Pescara e Terna,sarebbe stato predisposto un nuovo percorso interrato; a meno di due metri, correndo parallelamente alla circonvallazione, dunque via Nazionale Adriatica Sud,via Tirino,via Tiburtina e poi proseguire verso Sambuceto di San Giovanni Teatino e fino a Villanova di Cepagatti.
L’accordo suscita molte perplessità. Innanzitutto Terna giustifica il collegamento sottomarino con il vantaggio di un prezzo competitivo che l’acquisto di elettricità nei Balcani consentirebbe,che sarebbero però recuperati da Seci Energia (e i loro soci privati) e dalla società statale Eps (Elektroprivreda Srbije), grazie agli accordi internazionali, di pagare l’elettricità importata, al costo di 155 euro/MWh (per confronto il costo medio dell’elettricità italiana in Borsa Elettrica è stato di 63 euro/MWh nel 2013).
Questo è possibile grazie al pagamento di una tariffa omnicomprensiva che, la produzione da nuovi impianti idroelettrici in Serbia, riceverebbe in Italia.
Visto che l’import dalla Serbia legato a questo progetto potrebbe arrivare a un massimo di 6 TWh l’anno (quasi il 2% dei consumi italiani), l’Italia, oltre al costo del collegamento sottomarino, potrebbe sborsare ogni anno, e per 15 anni, circa 930 milioni di euro per importare l’elettricità balcanica, di cui la metà o più come sovrapprezzo rispetto ai costi di mercato, contribuendo notevolmente a un ulteriore rialzo del costo della nostra elettricità, senza neanche i vantaggi degli incentivi spesi nei confini nazionali.
QUINDI 12 MILARDI NEI PROSSIMI 15 ANNI PIU’ DUE DI COSTO DELL’ELETTRODOTTO ARRIVIAMO A 14 MILIARDI CHE POTREBBERO ESSERE UTLIZZATI PER PROGETTI ALTERNATIVI CREANDO OCCUPAZIONE,IN PARTICOLARE PER LE FUTURE GENERAZIONI.
Ma soprattutto perché, in un momento in cui molte nostre moderne centrali a ciclo combinato, che possono produrre certamente a meno di 155 euro/MWh, restano ferme per eccesso di capacità rispetto alla domanda, dovrebbe essere opportuno aggiungere altre importazioni?
Può darsi che le motivazioni per i serbi siano ancora valide (anche se, vendendo a noi le loro risorse idroelettriche, non potranno usarle per conseguire il loro obbiettivo di produrre entro il 2020 il 27% di elettricità rinnovabile), ma certo non lo sono più per noi, visto che, grazie all’esplosione di produzione solare, eolica e biomasse autoctone, l’obbiettivo 2020 lo abbiamo già praticamente raggiunto
A questo punto le domande vengono spontaneamente:
come mai Terna indennizza come risarcimento ambientale i vari comuni interessati con 23 milioni di euro?
Questo forse vuol dire che ci saranno dei problemi per le popolazioni interessate al tracciato?
Oppure è un modo per trovare maggior consenso dai Sindaci interessati?
A nostro avviso,questi progetti sono basati su studi e proiezioni realizzati negli anni 2000 e che ad oggi non trovano riscontro nella realtà. Tanto è vero che i consumi sono scesi mediamente del 10% e non sono aumentati come questi studi avevano preventivato.
Come nel progetto del Gasdotto Snam, previsto da Brindisi a Minerbio,che passa per Sulmona,si tratta di realizzare solo un PASSAGGIO DI ENERGIA sul nostro territorio realizzando degli HUB ENERGETICI ( O AUTOSTRADE ENERGETICHE) sia per l’energia elettrica che per il gas.
Progetti inaccettabili , calati dall’alto, senza nessuna consultazione delle popolazioni interessate.
Solamente grazie alle lotte e mobilitazioni che da 4 anni svolgono sul territorio i Comitati per l’ambiente di Sulmona che ,al momento, siamo riusciti a bloccare il progetto Snam.
Di certo possiamo sostenere che per i residenti dei comuni coinvolti, per Villanova e i suoi abitanti,in particolare a contrada Buccieri,considerando che si aggiungeranno anche gli elettrodotti a 380.000 volt del tracciato Gissi-Villanova e Villanova-Teramo, aumentano notevolmente i rischi di esposizione ai campi elettromagnetici con conseguenti danni per la Salute Pubblica.(link su elettrosmog)
Salute che non può essere assolutamente monetizzata. QUINDI 12 MILARDI NEI PROSSIMI 15 ANNI PIU’ 2MLD DI COSTO DELL’ELETTRODOTTO ARRIVIAMO A 14 MILIARDI CHE POTREBBERO ESSERE UTLIZZATI PER PROGETTI ALTERNATIVI CREANDO OCCUPAZIONE . SULLA BASE DI QUANTO DESCRITTO STIAMO PREPARANDO UNA SERIE DI PROPOSTE ALTERNATIVE CHE PRESENTEREMO DURANTE LE PROSSIME INIZIATIVE”.
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