Collezione Di Persio, qualche chiarimento
L’Aquila – (Immagine: un autoritratto di Cascella nella collezione con altri preziosi tesori) - Scrive la Sopraintendenza ai beni ambientali: “Al fine di completare ed integrare la ricostruzione dei fatti relativi alla Collezione Di Persio recentemente comparsi sulla stampa locale (in particolare “Il Centro” del 3 febbraio 2015, edizione di Pescara) si forniscono alcuni indispensabili elementi informativi per una corretta ed esauriente informazione sulla vicenda.
Appare opportuno precisare in via preliminare che nel giugno 2013 si è svolto, nella sede della Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio per l’Abruzzo, un lungo e approfondito incontro con il signor Vencenslao Di Persio e con il Senatore Enzo Lombardi, nel quale si è parlato a lungo della collezione e della sua futura sede. Nella successiva corrispondenza sulla questione è stata inclusa anche la Soprintendenza BSAE per l’Abruzzo, competente per le questioni legate al riconoscimento della valenza storico-artistica dell’importante collezione, di cui si riconosce il grandissimo interesse e il prestigio. E, anche se i numerosi impegni di ufficio non hanno consentito una visita personale della Soprintendente Alessandra Vittorini, tutto ciò non può consentire illazioni in merito ad un presunto disinteresse o, addirittura, a una deliberata inadempienza tale da compromettere non solo la realizzazione della sede espositiva ma anche la permanenza della collezione a Pescara.
Per quanto riguarda la ristrutturazione dell’immobile destinato ad ospitare la collezione – la ex sede della Banca d’Italia – occorre innanzitutto occorre ricordare che l’edificio è stato oggetto di Dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante con un decreto emanato dal Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici per l’Abruzzo nel luglio 2011. A tale dichiarazione è seguito un contenzioso avviato dalla proprietà con ricorso al TAR Abruzzo – Sezione di Pescara e successiva sentenza, contro la quale l’Amministrazione ha proposto appello. Con sentenza del Consiglio di Stato del marzo 2014 l’appello è stato accolto, e pertanto ad oggi quel decreto esplica pienamente la sua efficacia, e né il Soprintendente né il Direttore Regionale hanno il potere di annullarlo.
In merito all’intervento di ristrutturazione – prima riferito ad una generica destinazione ad uffici e solo successivamente ridefinito a fini espositivi – è bene ricordare che il progetto è stato regolarmente autorizzato dalla Soprintendenza fin dal febbraio 2013, con alcune limitate prescrizioni volte a contenere aumenti di volumi e superfici non compatibili con la tutela dell’immobile.
Dunque da ben due anni i proprietari dell’edificio sono in condizioni di procedere alla ristrutturazione della sede destinata ad accogliere ed esporre quella importante collezione, dalla quale si attendono prestigio, interesse e valenza culturale di rilevanza nazionale e internazionale, oltre che ricadute positive per la città . Una prospettiva che tutti vediamo con interesse e della cui mancata realizzazione nulla si può imputare alle azioni della Soprintendenza.
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