Un terrorifico buco nero di ladroneria
(Vignetta blog.iodonna.it: Lotta italiana all’evasione fiscale…) - Un terzo dell’economia italiana è sommerso e illegale. Cercando numeri, ne verrebbero fuori di enormi: milioni e forse miliardi euro. La frase non è di uno dei soliti cialtroncelli della politica, ma di Giovanni Legnini, autorevole e stimato quando era parlamentare e sottosegretario, più ancora oggi che è il numero 2 del Consiglio superiore della magistratura. Lo ha detto oggi 16 a L’Aquila.
Difficile prendere coscienza di una simile gigantesca anomalia che marchia a fuoco nel contesto dei paesi più avanzati del mondo il nostro, evidentemente anche regno sconcio e turpe dell’evasione fiscale più forsennata. Arrivare a simili livelli, serve dirlo, ci accosta e ci accomuna alle repubbliche delle banane in America centro-meridionale, con la differenza che lì girano meno soldi, mentre qui il conto di questo sommerso è vertiginoso. Somme così grandi, che, se gestibili dagli onesti, rimetterebbero in assetto la società italiana.
Come si possa arrivare a tanto, nessuno lo capisce, perché fra l’altro abbiamo un apparato di lotta all’evasione gigantesco, costoso, occhiuto evidentemente con i deboli e cieco con i forti. Gli uffici fiscali si accaniscono spesso contro chi evade (poco), ma non sanno cavare un ragno dal buco quando l’affare si ingrossa, come si dice nei dintorni di Siffredi. Il brutto è che se l’affare si ingrossa, a qualcuno fa sempre piacere, mentre il buco nero dell’evasione, della disonestà come sistema, della ladroneria tricolore, è semplicemente osceno.
Non chiedetevi, non chiedeteci, come si fa ad andare avanti ugualmente. E’ chiaro che staremmo benissimo se il buco nero non esistesse e fossimo un paese normale, ladro sì, ma accettabilmente. Come gli altri, insomma. Rubare è uno sport umano antico come la prostituzione, ovvero come l’umanità . Ma uno pensa che dovrebbe esserci un limite. E sbaglia, almeno qui da noi.
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