Riflessioni: Beccaria ignorato e vilipeso


L’Aquila – DELITTI E CONDANNE, CHE SCONCERTANTI INCONGRUENZE – Scrive Franco Taccia: “Leggo che a Pescara un “signore” di “mezza età, avanzata”, già noto alle forze dell’ordine, ha cercato di compiere un furto con destrezza in un supermercato provando ad uscire col carrello carico di merce varia, valore approssimativo 1000 euro.
Leggo anche che in “virtù dei precedenti penali” (niente male come ossimoro) è stato giustamente condannato a pena esemplare di anni 6 e mesi 8 di reclusione, per direttissima. “Lex dura lex”.
Infatti qualche tempo fa l’ex senatore (e ti pareva…) Lusi veniva condannato a 8 anni per appropriazione indebita. Triste chi ci capita, come dice sempre qualche “pirla”. Solo che Lusi si è impadronito di 22 milioni di euro, per cui all’atto pratico tra lui e il maldestro (benchè conosciuto) ladruncolo di Pescara c’è, oltre a due anni di carcere, la differenza che passa tra 22 milioni di euro e un carrello del supermercato. E su questo non ci piove.
Però Cesare Beccaria, nientemeno che 250 anni orsono aveva scritto un trattatello, un saggio, nel quale al capitolo VI auspicava (beato lui…) la “proporzione tra delitti e pene”. E qui casca l’asino perchè pur nella fallibilità di chiunque, è evidente che i Magistrati quando sanzionano lo fanno sulla base delle leggi vigenti che prevedono appunto la possibilità che chi s’è “grattato” una fortuna si faccia solo 2 anni (che poi è tutto da verificare…) più di un ladro di polli.
E le leggi vigenti non se le inventano i Magistrati ma quelli che hanno trasformato l’immunità parlamentare in impunità, quelli che possono decidere se consentire alla giustizia di prendersi cura di un onorevole, ladro o delinquente generico, non concedendo l’autorizzazione a procedere. Quelli cioè, che quando l’altro giorno il presidente della repubblica Mattarella, nel discorso “inaugurale” ha accennato alla lotta alla corruzione della quale molti di loro sono la causa, hanno avuto la faccia tosta di alzarsi in piedi e battere le mani”.
(Ndr) - Ieri sera a Sanremo è toccato ad un comico, ad un attore che sarà anche intelligente, ma certo non è un giurista, Panariello, elencare la serie delle assoluzioni inclusa quella aquilana alla commissione Grandi Rischi, di sicuro misura della febbre da cui è affetto il sistema legislativo italiano. Che è vecchio, polveroso, anchilosato, e di sicuro tradisce Beccaria oltre a tanti altri. Inclusi i padri fondatori del diritto, gli antichi romani. Panariello ha aggiunto: “Solo Corona sta in galera…”. Un’esagerazione, certo, ma…


15 Febbraio 2015

Categoria : Attualità
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