Gli “uomini ombra” del rugby


LUIGI TROIANI DETTO GIGI, AQUILANO, DA DIRETTORE DI BANCA A TEAM MANEGER GLOBETROTTERS DEGLI AZZURRI – (di Stefano Leone) – Nella storia rugbistica azzurra non tutto ruota intorno ai celebrati e conosciuti campioni; ci riferiamo a quegli idoli che piacciono tanto alle ragazze e che sono ammirati da quei giovanotti che cercano di imitarli nella cura del fisico e dell’immagine. Intorno a loro ruotano uomini che, pur stando costantemente nell’ombra, consentono ai primi attori, di essere tali e di godere di una posizione di privilegio.
Loro, i protagonisti con la maglia azzurra, coloro che scendono in campo e vanno in televisione, quelli contesi dalle multinazionali per gli spot televisivi, bene costoro, possono – come dice Andrea Cimbrico in un bell’articolo sul sito ufficiale della Federugby – pensare a correre dietro una palla, mangiare, sollevare pesi e dormire grazie ad un manipolo di “uomini ombra” che sopportano il peso di tutto ciò che può necessitare ad una selezione nazionale per poter essere a livello mondiale. E’ molto esplicito, Andrea Cimbrico, in un passaggio del suo articolo quando dice, “provateci voi ad andare d’accordo con 30 o più individui extralarge dalle esigenze più disparate, (e disperate), stanchi per gli allenamenti, perennemente affamati, spesso non propriamente entusiasti di partecipare ad attività che non comprendano il correre con una palla in mano, sollevare pesi, mangiare, dormire”. Vero assolutamente. E allora, oltre allo staff tecnico, quindi al CT Brunel e tutte quelle altre persone che effettivamente potrebbero limitarsi a vedere i nostri eroi correre con la suddetta palla, sollevare i suddetti pesi, nutrirsi e riposarsi, all’interno della Nazionale orbitano tutta una serie di figure più o meno pittoresche che si occupano di fare in modo che le quattro predette attività possano avere luogo senza intoppi. Sono quelle persone che tanta gente vede poco o niente. Uno di questi è Luigi Troiani, per tutti semplicemente Gino, aquilano, i più esperti di cose ovali se lo ricorderanno quando giocava in Nazionale e con L’Aquila Rugby. Autentica bandiera neroverde, grande calciatore, ancora oggi amatissimo all’ombra del Gran Sasso. Visti i trascorsi, penserete che sia il tecnico dei calci. Invece è il Team Manager, che poi è un modo elegante per dire che è il povero Cristo su cui grava tutta la struttura dell’Italrugby: prenotare i voli da e per i raduni, sincerarsi in modo ossessivo che ci siano cibo, letti, orari rispettati, massaggiatori, programmi visibili e chiari per tutti. Tanto per dire una piccola parte del lavoro. Gino mica ci è nato, Team Manager; smesso di giocare, visto che era mediano d’apertura o estremo e dicono che chi gioca lì sia di mente fina, faceva il direttore di banca nella natia L’Aquila. Poi qualcosa deve essere andato in corto circuito perché ha deciso di mollare tutto e vedere come era il rugby dall’altra parte. Credo abbia capito in fretta che era molto meglio dalla parte da cui lo vedeva prima.


10 Febbraio 2015

Categoria : Sport
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