Il sindaco Cialente dice “parola”
Per la successione ad Alfredo Morori sulla serpa dell’assessorato più complesso e importante in Comune, il sindaco Cialente, come un consumato giocatore di poker, ha detto “parola”. Cioè parli chi deve parlare, il PD. Faccia un nome, poi il sindaco valuterà e deciderà . Il PD dovrà esprimersi, poi sarà anche possibile un rilancio fino all’intero “resto”.
Fuori dalle allegorie pokeristiche, Cialente deve sostituire Moroni. Non è facile, perché Moroni è stato molto bravo, totalmente dedicato al Comune, ed ha portato a casa risultati che persino il sarcasmo spesso autolesionista degli aquilani non può ridurre. In poco tempo, opere pubbliche radicali, che hanno cambiato la città facendola uscire da una condizione di borgo scalcinato uguale a come appariva negli anni Sessanta. Il terremoto, è vero, ha portato anche risorse e stimoli possenti. Ma Moroni ha lavorato, e come.
Chi potrà sostituirlo? Il sindaco chiede, assennatamente, una persona – oltre che proba – anche pratica, esperta, capace di aggirarsi con profitto nei meandri sempre tremendi dei meccanismi statali. Insomma, non uno qualsiasi, non un prodotto dei giochetti politici e del motto deprimete “mò me tocca“. Chiede anche che sia il suo partito, il PD, a dire un nome. Ognuno nel suo ruolo, ognuno al suo posto, ognuno di fronte ad un volante.
Il PD aquilano non è mai stato, e oggi ancora meno, un esempio di snellezza, determinazione, lucidità di giudizio. La città , che gli ha dato molta fiducia – e quindi spera di poterci contare – e il suo sindaco, primo dei cittadini, aspettano risposte adeguate. Sicuramente ne arriveranno, magari dopo che il PD locale avrà consultato i suoi superiori a Pescara o a Roma. Gli aquilani confidano. Non è tempo di tentennamenti, baruffe, rissette da cortile, battaglie tra galli che si spiumano starnazzando. E’ tempo di essere seri. Vogliamo credere che tutti lo siano, a partire dal container di via della Croce Rossa con il tricolore grafico democrat.
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