Attacco a L’Aquila, Costantini condivide
L’Aquila – “IL CAPOLUOGO E’ UNA ZAVORRA PER L’INTERO ABRUZZO” – Scrive Carlo Costantini, ex consigliere regionale: “Ha ragione il Presidente di Confindustria Paolo Primavera, quando afferma che L’Aquila è un freno per l’Abruzzo da tutti i punti di vista, incluso quello politico. Ho personalmente vissuto una esperienza che non esiterei a definire surreale, quando per anni mi è stato impedito di portare in Consiglio Regionale la delibera che il 25 maggio 2014 ha consentito ai cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore di scegliere che il loro futuro li vedrà insieme, uniti in una unica grande Città .
Ad ogni occasione mi veniva opposto che, se non ci fosse stato qualcosa per L’Aquila, la delibera non sarebbe mai passata.
E ad ogni occasione percepivo l’inutilità di spiegare – a chi dava ampia prova di non voler sentire – che il referendum era un diritto dei cittadini e che la fusione non avrebbe sottratto un euro, né agli aquilani, né agli abruzzesi, ma anzi avrebbe liberato milioni di euro di risorse da investire. Oggi evidentemente la situazione è ulteriormente peggiorata, se solo si considera che nessun rappresentante del ceto politico pescarese ha trovato il coraggio di dire:
1) Primavera ha ragione;
2) L’Aquila è ormai una zavorra per l’intero Abruzzo, anche da un punto di vista politico;
3) Quando si interromperà (prima o poi inevitabilmente accadrà ) il flusso di denaro che alimenta appalti e ricostruzione, L’Aquila avrà smesso di esistere da tempo ed avrà ulteriormente rallentato la crescita e lo sviluppo dell’intero Abruzzo
Ormai quella di Pescara è una resa totale ed incondizionata al punto che, nell’indifferenza di tutti, inclusa la maggior parte dei rappresentanti del ceto politico pescarese, neppure le è consentito di trasformare in atti legali la volontà che migliaia di cittadini hanno espresso con un entusiasmo mai misurato in precedenza. In pratica, doveva sparire; ed è stata fatta sparire. E, purtroppo, quando ne scopriremo le cause e le ragioni, sarà troppo tardi!”.
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