Nel cassetto dei ricordi


L’Aquila – (di GIANFRANCO GIUSTIZIERI) – L’elezione di Sergio Mattarella mi ha portato a riaprire il cassetto personale dei ricordi quando nel lontano 1990 l’allora Ministro della Pubblica Istruzione aprì i lavori della Prima Conferenza Nazionale sulla scuola tenutasi a Roma dal 30 gennaio al 3 febbraio ed a cui ebbi l’onore di partecipare.
La Camera dei Deputati, con la risoluzione votata il 27 luglio 1988 impegnava il Governo a convocare una Conferenza Nazionale sulla scuola come momento di consultazione di tutte le espressioni della società civile e scolastica, ma furono necessari 12 anni affinchè quel voto venisse portato a compimento. Difficoltà di ogni sorta, dal rischio di predeterminazione dei risultati al pericolo di “lesa maestà” di altre istituzioni, dalla necessità di individuare contributi validi all’eventuale inconcludenza del dibattito, incombevano sull’esecuzione della volontà parlamentare.
Ma nel luglio del 1989 il nuovo Ministro della P. I., Sergio Mattarella appunto, ruppe ogni indugio e con il Sottosegretario Beniamino Brocca dette il via alla fase organizzativa.
Fu un evento unico nella scuola italiana. Nomi illustri come Sabino Cassese, Siro Lombardini, Aldo Visaberghi, Mauro Laeng, Giuseppe De Rita, Gianpaolo Rossi, Renato Brunetta, Luciano Corradini, Benedetto Vertecchi, Fabrizio Ravaglioli, guidarono le diverse sezioni dei lavori nelle quali si fece una completa radiografia delle condizioni della scuola italiana e dei suoi rapporti con la società civile e con gli organi di governo a livello nazionale e locale. Contemporaneamente la Conferenza avviò quel processo di autonomia scolastica che aveva avuto in leggi precedenti il proprio incipit e che rivoluzionò positivamente la nostra scuola. Tematiche come la programmazione delle risorse, l’ordinamento amministrativo delle istituzioni e i soggetti istituzionali, il diritto allo studio, le riforme, ecc. trovarono le loro risposte e nutrirono i percorsi futuri. Oltre 100 gli interventi di docenti, dirigenti scolastici, operatori scolastici e figure professionali varie contribuirono nei quattro giorni di confronto, suddivisi nelle diverse sezioni di lavoro, a delineare la scuola del duemila.
Questa mattina, nel discorso d’insediamento del nostro Presidente della Repubblica, erano ben presenti la forza, la determinazione delle idee, il coinvolgimento sociale e istituzionale che ebbi modo di apprezzare. Mi piace concludere con il riportare la parte finale della Sua introduzione di quel tempo lontano:
CONFERENZA NAZIONALE SULLA SCUOLA
Roma, 30 gennaio 1990
Introduzione del Ministro della Pubblica Istruzione On. Prof. Sergio Mattarella
…Ho parlato di rinnovamento della scuola, nella prospettiva di un nuovo patto tra scuola e società civile, ho cercato di indicare le aree e le funzioni che definiscono una funzione strategica, capace di orientare la politica scolastica e il governo dell’istituzione-scuola ai vari livelli, ho più volte ricordato le rilevanti difficoltà di carattere insieme culturale e strutturale che abbiamo quotidianamente dinanzi.
Dobbiamo dire con franchezza che nessuna di queste difficoltà appare superabile in tempi brevi e con espedienti di corto respiro. Con altrettanta franchezza si deve però riconoscere che nessuna difficoltà si rivela insuperabile ad un’analisi serena delle risorse morali e professionali di cui dispongono le forze che a vario titolo operano nella scuola e per la scuola. Queste forze, a cui si deve quel tanto di buono che nonostante tutto si riesce a fare, hanno bisogno di collegarsi e di sincronizzarsi, per produrre insieme e non in tempi diversi lo sforzo necessario per disciplinare la macchina scolastica dalle strettoie della sfiducia e del disinteresse.
Del resto, se mi è lecito citare Roland Barthes: “ l’invenzione e non la provocazione è vera rivoluzione”. È in questo spirito che vogliamo leggere una Conferenza nazionale, che va iscritta nella cultura dello studio e del lavoro: attività necessarie per aiutare il paese a capire di più, a decidere più rapidamente e ad operare creativamente con maggior profitto e con maggiore soddisfazione in tutte le sedi in cui si può aiutare la scuola a svolgere le sue fondamentali funzioni culturali e sociali.


03 Febbraio 2015

Categoria : Attualità
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