Non piangiamo per la roba, ma per la gente


L’Aquila – (di Antonio Iorio) – Nel Comune di L’Aquila i danni a circa 23.000 edifici privati, di cui 1.300 nel centro storico, hanno stravolto la vita di 71.000 abitanti di cui 7.000 nella zona rossa del centro storico della città e delle frazioni.
La Protezione civile ha previsto per circa 31.000 abitanti in case classe E e F e zona rossa, 10.000 edifici di cui 2.200 in zona rossa, una sistemazione provvisoria entro il mese di gennaio 2010, per una durata da uno a tre anni, con le seguenti soluzioni:
- 17.000 ab nella C.A.S.E., edifici prefabbricati pluriplano;
- 3.800 ab. nelle casette prefabbricate di legno (MAP);
- 9.000 ab. in autonoma sistemazione;
- 1.500 ab. negli alloggi in affitto del fondo immobiliare AQ.
Si è presupposto che gli altri abitanti, circa 40.000, sarebbero rientrati nelle proprie abitazioni A, B e C (13.000 edifici) entro il mese di gennaio 2009.
Al 23 dicembre 2009, si stima, sono rientrati negli edifici classe A e B circa 30.000 abitanti, altri 13.000 abitanti risultano alloggiati negli edifici C.A.S.E. e nei MAP e i rimanenti 28.000 abitanti sono in alberghi, case private, caserme o hanno provveduto alla autonoma sistemazione.
E’ stata avviata la riparazione degli edifici meno danneggiati (A,B,C) che potrà essere completata in un tempo di circa 10 mesi.
Deve iniziare la riparazione degli edifici gravemente danneggiati.
La qualità della vita per la popolazione sarà per lungo tempo molto bassa e la loro condizione economica molto compromessa.
Vivere in alloggi provvisori, in sede o fuori, è un sacrificio accettabile solo in vista di un rapido superamento.
Dal quadro sommario della situazione abitativa risulta che lo sforzo primario è quello di accelerare, con adeguate risorse finanziarie, la ricostruzione leggera e quella pesante che interessa 41.000 abitanti.
E’ evidente che la priorità assoluta è la riparazione degli edifici delle zone a maggiore densità abitativa, fuori dalla zona rossa (centro storico città e frazioni), che consentirà il rientro nelle proprie case di 35.000 abitanti e la contestuale riduzione dei costi di assistenza.
Il centro storico e i suoi monumenti che richiedono una enorme massa di finanziamenti ma interessano pochi abitanti potranno attendere un po’ di tempo al fine di garantire la disponibilità finanziaria necessaria per le abitazioni di 41.000 abitanti.
Non vogliamo mica farci il salotto nuovo senza avere la camera da letto!
Gli edifici pubblici potranno essere riparati o ricostruiti con criteri di parsimonia e moderna funzionalità razionale senza gigantismi monumentali.
La Santa Madre Chiesa ci darà ascolto proprio per la gran parte di edifici religiosi che potranno attendere il loro recupero dopo la riparazione o ricostruzione delle abitazioni dei suoi fedeli.


28 Dicembre 2009

Categoria : Dai Lettori
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