Capoluogo, attenti al lupo
Si rimestano le quiete acque della mai sopita diatriba sul capoluogo di Regione. E, si sa, acqua quieta vermi mena… E’ difficile capire cosa voglia davvero il lupo che vivacchia in ogni politico, altrimenti è un pizzicagnolo e non un politico. Il lupo circonda le prede e guarda dal buio con occhi che riflettono la luce, rossastri e vagamente alieni. Se si torna a parlare di capoluogo, qualcuno qualcosa vorrà . Uno scopo da perseguire ci sarà . Da escludere che sia il bene dell’Aquila, perché L’Aquila ormai non ha più niente da guadagnare o da perdere: è rimasta in mutande e macerie. E’ un ectoplasma di città , che solo menti illuminate, sapienti reggitori, coraggiosi e astuti condottieri, e cittadini dignitosi, potranno – forse – rianimare.
L’uomo comune (e ingenuo) penserebbe: ragione di più per aiutarla, per affiancarla, ossigenarla, ridarle linfa vitale. Dopo tutto, siamo fratelli abruzzesi. O no?
L’uomo abituato al poker, invece, pensa bifido e mefistofelico: colpisci l’avversario quando sta cedendo, non ha più risorse, va chiedendo prestiti, ha perso le staffe. Ha paura. Rilancia a morte anche se hai solo un asso e un sette. Bluffa, fingi, inganna e demolisci. Poi arraffa tutto il piatto e alza le chiappe.
Potremmo sbagliarci, ma – andreottianamente – a pensare male forse si pecca (ma chi sa…), sicuramente si azzecca. E noi pensiamo male, anzi malissimo. Perché vogliono una legge per il capoluogo, se già c’è? Perché rastrellano dirigenze e vertici di uffici? Una legge saggia direbbe: il capoluogo è L’Aquila, la Regione deve stare tutta a L’Aquila e non essere spartita in porzioni diseguali. Punto e basta. Così è ovunque in Italia, meno che in quel posto strano che si chiama Calabria. Oppure, potrebbe anche dire: il capoluogo è Pescara, Fallo, Torricella Sicura, Ateleta… facciano loro. E collocare ugualmente tutto lì. Ma ci vorrebbe un coraggio che la politica ambigua, rattrappita, melliflua e spesso anche bavosa non ha e non avrà mai. Comunque, attenti al lupo. Non quello vero, ma quello umano, assai più temibile. E non in estinzione.
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