Legge capoluogo, ma silenzio sull’accorpamento delle regioni: che senso ha ?


L’Aquila – (di G.Col.) – La gente legge poco i giornali (molti dei quali non fanno molto per farsi leggere…), e se li legge, dà una scorsa appena ai titoli, cercando le cronache locali e tralasciando quelle nazionali. Specialmente politiche. Se si ha un’idea anche sommaria di come sono fatti i grandi giornali stranieri (inglesi, americani, tedeschi e francesi soprattutto), la spiegazione c’è: su quei fogli lo spazio per la politica è molto ristretto. Non paginoni interi con sempre le stesse facce, o quasi, dedicati ai sospiri e ai sussulti dei vip. Sarà anche per questo che di politica nazionale si sa poco, in giro.
Il discorso è solo uno spunto per aprirne un altro. Deve essere così anche per i politici locali e per i loro imitatori e palafrenieri. Altrimenti qualcuno si sarebbe semplicemente chiesto, nelle ultime settimane, che senso possa avere la propagandata legge per L’Aquila capoluogo (che comunque, se la si vuol fare, deve essere diversa da quella progettata) in vista dell’accorpamento delle regioni. L’Abruzzo, infatti, come è oggi, sparirà e risulterà unito a parte delle Marche e a parte del Molise. Si chiamerà con i suoi forzati nuovi sodali Regione Adriatica o qualcosa del genere. E allora, L’Aquila capoluogo di che? Tanto più che sullo Statuto regionale, già lo è.
Dell’accorpamento delle regioni (che sta camminando, come obiettivo, visto che c’è una commissione, si parla di prime decisioni entro un paio di mesi, e che il PD spinge vigorosamente) la legge per L’Aquila capoluogo non parla per niente. Sembra di assistere ad un lunare dialogo tra gente che vive altrove, è come se qualcuno decidesse di regolamentare il traffico delle diligenze e delle bighe…
Per chi non legge i giornali (pagine di politica nazionale) diciamo che prima o poi, ma forse prima che poi, le regioni da oltre venti che sono, diventeranno una dozzina, qualcuno si spinge a pensarne solo cinque. E’ un futuro che ha radici nel passato, visto che se ne parlava almeno da vent’anni.
In una macroregione Marche-Abruzzo-Sabina e parte del Molise, ovvio che dovrà essere eletto un consiglio regionale nuovo e differente, e che dovrà essere scelto un capoluogo, sede di tutti gli uffici e delle istituzioni. Di capoluoghi e capitali non risulta si possa fare a meno. Non esiste la minima garanzia che il futuro capoluogo possa essere L’Aquila, la cui rappresentanza territoriale, nella prossima regione espansa, sarà irrilevante, visto che lo è già adesso nel piccolo consiglio regionale abruzzese.
Non vogliamo prevedere il futuro, ci mancherebbe altro. I maghi ci sembrano da sempre ridicoli, e penosi sono coloro che li credono o consultano. Non crediamo neppure che l’accorpamento delle regioni possa avvenire in tempi davvero brevi, né tanto meno senza furiose polemiche e le solite dilanianti guerre di campanile e tra partiti, o dentro i partiti. Con l’aria che tira, anzi, c’è da dubitare che esisteranno ancora dei partiti… a cominciare dal PD litigioso, pasticcione, dilaniato, sconquassato a livello nazionale come a quello regionale.
Ma, visto che sulla legge capoluogo si sta imbastendo a L’Aquila un caso politico, a nessuno pare strano che della futura macroregione ai politici pare non importare nulla? Non ne parlano: o non ne sanno davvero nulla, oppure fingono di non sapere che stanno lavorando sulla sabbia. Pensano alle diligenze, appunto, mentre sfrecciano le Audi senza pilota… O addirittura assecondano, magari senza capirlo, un potenziamento occulto della città di Pescara, tale da poterle consentire una corposa ipoteca sul futuro capoluogo Marche-Abruzzo-Sabina-Molise.
L’argomento legge capoluogo è pericoloso, una sorta di trappola molto ben celata, e non un’occasione colta al volo per fingersi eroi e salvatori della patria. Una patria Abruzzo o una patria L’Aquila, resta da vedere. O solo un’altra tigre di carta da cavalcare maldestramente?
C’è da auspicare che qualcuno si svegli di soprassalto e metta fuoco. Come insegna la fisica quantistica, la realtà non è come appare…


25 Gennaio 2015

Categoria : Politica
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