Anno giudiziario: ricostruzione e malavita
L’Aquila – LA MALAVITA SI INFILTRA – Inutile illudersi, la ricostruzione delle aree terremotate in Abruzzo ha richiamato e continua a richiamare la malavita. Inarrestabile, essa si infiltra, inquina l’ambiente, protende le sue radici e va avanti. Nel corso dell’illustrazione dell’andamento della giustizia nel distretto dell’Abruzzo, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario 2015, il presidente della Corte d’Appello Stefano Schiro’, foto, ha evidenziato come sia “in crescita” il fenomeno delle infiltrazioni di criminalita’ organizzata proveniente da Sicilia, Campania e Calabria e interessate alle attivita’ economiche nell’intera regione e, in particolare, alla ricostruzione nell’Aquilano e al traffico di droga nelle Province di Teramo e Chieti.
PROCESSO GRANDI RISCHI – “Le critiche, anche aspre, alle sentenze sono ovviamente lecite, ma devono essere rispettose della dignita’ e del rilievo costituzionale e non trasformarsi in gratuiti, infondati e non consentiti tentativi di delegittimazione della magistratura e in riprovevole dileggio della giustizia e dei giudici suoi interpreti”. In un passaggio durissimo della relazione del presidente Stefano Schiro’, all’auditorium della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza, è arrivata la risposta della magistratura alle proteste di piazza degli aquilani dopo la sentenza di Appello del processo alla commissione Grandi rischi, pur senza nominarla esplicitamente.
Dei 7 componenti dell’organo scientifico consultivo della presidenza del Consiglio che si riuni’ il 31 marzo 2009, a 5 giorni dalla scossa che distrusse L’Aquila, sulla possibilità di forti terremoti, 6 sono stati assolti in secondo grado dalle accuse di omicidio colposo e disastro colposo che avevano portato alla condanna in primo grado a 6 anni di carcere ciascuno, e uno solo condannato con pena ridotta, con la sentenza riformata dalla Corte di Appello.
Una sentenza che aveva indignato gli aquilani che ritenevano di essere stati rassicurati e che il rischio sismico fosse stato sottovalutato. A tal riguardo furono organizzate anche delle manifestazioni con la presenza anche di amministratori pubblici oltre ai comitati cittadini e familiari delle vittime. “Pur umanamente e profondamente comprendendo il dolore di chi e’ portatore di cosi’ immane e insopportabile lutto – ha proseguito Schiro’ – e il legittimo desiderio dell’accertamento delle responsabilita’, sento anche di dover esprimere solidarieta’ e vicinanza ai magistrati di questa Corte e di altri uffici giudiziari abruzzesi per essere stati fatti oggetto in un contesto di per se’ lecito di comprensibile e aspro dissenso, anche di attacchi personali fuori luogo, per aver compiuto il proprio dovere nel giudicare secondo coscienza, professionalita’, indipendenza, e senza condizionamenti. Se poi le sentenze, sono o si ritengono ingiuste, errate o illegittime alla stregue delle motivazioni, rese e non di mere supposizioni, soccorrono gli ordinari mezzi di impugnazione che contribuiranno a rendere giustizia”.
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