Autismo, un appello da Teramo
Teramo – Scrive Dario Verzulli: “Il 2015 è iniziato con i problemi di sempre e le famiglie con autismo di Teramo sono
ormai allo stremo. Da 5 anni sostengono le spese per il viaggio quotidiano fino a
L’Aquila perché a Teramo non esistono strutture in grado di garantire l’intervento
abilitativo necessario ai loro figli. Fino ad oggi a nulla sono valse le azioni di
sensibilizzazione delle famiglie nei confronti della ASL di Teramo, del Sindaco di
Teramo e della Regione Abruzzo.
Dai 16 ai 20 anni i 4 ragazzi utilizzano il servizio di trasporto erogato da una cooperativa
per conto del Comune di Teramo. Per tale servizio le famiglie sono chiamate a
partecipare al costo del trasporto e a quello del personale impiegato (autista e
assistente) con una quota mensile per nucleo familiare di circa 300€. Il pulmino
utilizzato fu acquistato anni fa con una raccolta fondi e oggi ha problemi di affidabilitÃ
importanti per un viaggio di tale portata e per utenti speciali.
Nell’incontro tenutosi a Pescara a novembre scorso con l’Assessore al Bilancio e alla
Sanità Paolucci è stato rappresentato il grave disagio dei ragazzi autistici teramani e i
rischi derivanti dal lungo viaggio fino al Centro per l’autismo di L’Aquila (oltre un ora e
mezza al giorno e più di 100km). E stato sollecitato con forza un impegno concreto e
immediato per l’apertura di un Centro specifico in grado di accogliere i ragazzi e
estendere dunque il servizio a tutte le persone con autismo che oggi nel teramano non
hanno punti di riferimento. Attendiamo da allora una relazione dettagliata sulla
situazione e sulle prospettive di utilizzo dell’edificio messo a disposizione del Comune di
Penna Sant’Andrea e destinato proprio a Centro ablitativo per l’autismo.
Ricordiamo al Presidente D’Alfonso e all’Assessore Paolucci il dovere a garantire il
diritto di cura e tutela delle persone affette da autismo attivando con urgenza il servizio
necessario anche a Teramo, così come peraltro previsto dalla Legge Regionale nr. 92
del lontano 1997.
Ad un problema di gravità inaudita come quello dell’autismo non si può continuare a
dare soluzioni palliative fonte di complicazioni e rischi insostenibili.
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