TRIBUNALI “MINORI”, NO REFERENDUM


L’Aquila – SI PERDONO LE SPERANZE DI SALVARE ALMENO AVEZZANO? – Non si terra’ il referendum abrogativo della riforma della geografia giudiziaria, che ha portato alla chiusura di circa mille uffici giudiziari ‘minori’. La Corte Costituzionale ha infatti dichiarato inammissibili i quesiti referendari, presentati da cinque consigli regionali (Basilicata, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Campania), relativi all’abrogazione delle disposizioni sulla soppressione di 30 tribunali ordinari e delle rispettive procure, nonche’ di 220 sedi distaccate. Gia’ un anno fa, la Consulta aveva detto no al referendum sulla geografia giudiziaria, ma il quesito era stato di nuovo sottoposto dai Consigli regionali al vaglio della Cassazione e quindi della Corte Costituzionale. Cadono quindi, ancora una volta, le speranze di bloccare in qualche modo la falcidia dei tribunali minori che, pur sostanzialmente fondata, in diversi casi contiene delle vistose storture.
In Abruzzo, per esempio, è a rischio il tribunale di Avezzano, che minore proprio non è rispetto agli altri, e serve un comprensorio omogeneo di 120.000 abitanti. Superiore a molti altri in Abruzzo. La chiusura, comunque, per ora è lontana: si parla del 2018. E come tutti sanno, in Italia in tre anni può accadere davvero di tutto. La storia della eliminazione delle province la dice lunga.
Sui tribunali, comunque, ci sarà ancora tempo per molti politici intenti a costruirsi l’avvenire (in termini di consenso elettorale) proprio su tagli e chiusure.


14 Gennaio 2015

Categoria : Cronaca
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