Pellet, odore di soldi ed ecco più IVA
(di Stefano Leone) – Nessun annuncio, nessun clamore, tutti zitti alla chetichella. Come solo la politica sa fare. Con l’inizio del 2015 è entrato in vigore quanto previsto per il riscaldamento a pellet: l’Iva su questo metodo di riscaldamento è infatti, come previsto dalla legge di Stabilità, salita dal 10 al 22%. Mica bruscolini. Una scelta aspramente criticata. E’ stato così che, il cittadino che non si era informato sulle “Renzi(ate)”, quando i primi giorni dell’anno è andato a procurarsi il pellet, (e chi non l’ha fatto visto il meteo di Capodanno?), ha trovato la sorpresa. Ci confidava un rivenditore: “L’aumento è stato cospicuo; il prezzo di un sacchetto è passato dai 4 euro e 20 centesimi a 4 e 70”. Fatti due conti, sono 5 euro in più ogni dieci sacchetti. Pare poco? E’ immaginabile quanto la sorpresa possa essere stata sgradevole. Già a novembre si parlava del danno di una simile mossa: l’aumento dell’Iva sul pellet avrebbe danneggiato oltre 2 milioni di famiglie italiane, proprio quelle che si sono mosse verso rinnovabili ed efficienza energetica. E’ non è di secondaria importanza, peraltro, che l’Italia è il primo consumatore in Europa di pellet: ne bruciamo 3,3 milioni di tonnellate l’anno, in pochi anni sono state installate 2 milioni di termostufe. Ed è qui che casca l’asino. Prima una grande grancassa per convincere la gente a energie più pulite e meno care, ingolosendo con sbandierati sgravi fiscali poi, una volta preso piede il mercato, io Stato ci metto le mani dentro e ti massacro. Per Federconsumatori “l’aggravio sarà di circa 50 euro a famiglia. Il danno sarà grande anche per l’ambiente: il pellet infatti contribuisce alla riduzione dell’utilizzo delle stufe alimentate con gasolio o gpl. Non è ammissibile l’avvio di una misura che, come è evidente, andrà a colpire molte famiglie in difficoltà”. Ma molte famiglie, erano già in difficoltà per tutto il resto, ci mancava massacrare anche il pellet. Però dai, suvvia, non facciamo sempre i lagnoni e piagnistei, sono stati sborsati i famigerati 80 euro e non volete ritirarli fuori con gli interessi? Con una mano ti diamo con l’altra riprendiamo.
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