Panarda e Favata di Villavalleonga
Villavallelonga – (Foto Nunzio Lippa, la favata) – Riceviamo: “Anche quest’anno il paese ha accolto con stupore la notizia della pubblicazione, da parte dell’abruzzese Raffaello Cinelli, di un interessante articolo sulla Panarda e la Favata, ricorrenze che contraddistinguono i festeggiamenti di Sant’Antonio Abate, all’interno del blog ufficiale dell’Expo 2015 Nutriilpianeta.
Il blog, tradotto in tre lingue, è dedicato all’informazione, sensibilizzazione e mobilitazione pubblica sui temi
dell’agricoltura e dell’alimentazione, della produzione e del consumo sostenibili ed è contestualizzato
nell’ambito dell’attesissima Esposizione Universale 2015 che avrà luogo a Milano da maggio ad ottobre sul
tema Nutrire il pianeta, energia per la vita e che vedrà la partecipazione di più di 150 Paesi e la presenza di
numerosi visitatori da tutto il mondo.
La citazione delle tradizioni di Villavallelonga all’interno dell’importante spazio web dedicato
all’Esposizione, contribuisce a rinnovare – come già avvenuto lo scorso anno con la pubblicazione,
sull’autorevole quotidiano statunitense Washington Post, di un articolo sulla Panarda – l’attenzione di
storici, studiosi, antropologi, media e persino dell’UNESCO, sui festeggiamenti in onore del Santo.
La festa di Sant’Antonio Abate, che si celebra annualmente il 16 e 17 gennaio, si articola, infatti, in un
sistema rituale piuttosto complesso e ricco di simbolismi (maschere, Pupazze, cesti, Corone, fuochi,
Cottore, carri allegorici) che può essere esaminato da molteplici prospettive e nel quale i vari aspetti si
intersecano sia a livello funzionale che di valori ma che trova il suo momento principale nella Panarda, un
lungo banchetto devozionale che si tiene durante la notte del 16 gennaio, alla quale ognuno partecipa in un
clima di eccezionale solennità , ritenendosi responsabile ed obbligato a mantenere viva una tradizione che
appartiene al comune patrimonio culturale.
La Favata consiste, invece, nella preparazione e nella successiva distribuzione, da parte di alcune famiglie
del Paese, di una minestra di fave e panetta (pane impastato con le uova) alle altre famiglie del vicinato.
Entrambe le tradizioni nascono dall’assolvimento di un voto spirituale per grazie ricevute dal Santo.
Fa sorridere l’invito dell’Autore dell’articolo a riproporre i piatti poveri della tradizione di Villavallelonga
all’interno di una rassegna internazionale come Expo 2015, ma nello stesso tempo appare più che mai
appropriato in un momento storico di ripensamento della produzione e del consumo in un’ottica di
sostenibilità e di recupero, per quanto ancora possibile, della funzione originaria di ripartizione e
riequilibrio sociale assolta dal cibo”.
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