Un’amica mai incontrata
L’Aquila – (di Gianfranco Giustizieri) – Un’amica mai incontrata ha scelto l’ultimo giorno dello scorso anno per non darmi definitivamente la possibilità di conoscerla personalmente.
Il primo contatto con Laura Lilli, illustre firma del giornalismo italiano, avvenne nel dicembre del 2003 a seguito di una sua recensione su “La rappresaglia”, l’ultimo libro postumo di Laudomia Bonanni, uscita nella pagina culturale de “la Repubblica” il 24 novembre 2003. Amica di Pietro Zullino che l’aveva coinvolta nella conoscenza delle tematiche bonanniane, scrisse di “questo bel romanzo feroce e selvatico” con un’attenzione particolare che altri critici non riservarono.
Le scrissi per ringraziarla, mi rispose e da quei giorni i contatti informatici divennero frequenti. Si interessò al mio lavoro sulla scrittrice abruzzese, le feci pervenire anche copia della foto che ritraeva il padre Virgilio Lilli, grande firma del “Corriere della Sera”, con la Bonanni in occasione del Premio “Selezione Campiello”, nel settembre del 1964, vinto per il romanzo “L’adultera” e di cui Lilli era componente di giuria insieme a Bonaventura Tecchi, Michele Prisco e Pier Antonio Quarantotti Gambini. Riconobbe sempre l’incisività della scrittura bonanniana e la forza delle sue idee sul valore e l’impegno della donna nella nostra società, ma mai dimenticando e riportandolo spesso alla mia attenzione che, ahimè, la Bonanni fu anche fascita e per di più militante in gioventù: macchia incancellabile per lei ex iscritta al Partito Comunista Italiano.
Sempre con la promessa di conoscerla direttamente, dopo una visita mancata a L’Aquila a causa di una sua brutta caduta, in occasione della presentazione del libro “Laudomia Bonanni tra memoria e futuro”, l’impegno di vederci a Roma a novembre per una nuova presentazione presso La Casa delle Letterature. Intanto dalla casa editrice Carabba aveva ricevuto il libro, mi scrisse con premura e sollecitudine rimproverandomi soltanto di non aver sottolineato nelle pagine di presentazione quella “macchia incancellabile”. Eppure lo avevo scritto, per lei non abbastanza!
Quel pomeriggio, a Roma, l’aspettai invano scrutando tra il pubblico presente. Pensai che i postumi della caduta le avevano ancora impedito di venire, poi la notizia uscita su “la Repubblica”.
Così Dario Pappalardo: “Laura Lilli se ne è andata l’ultimo giorno del 2014…Entrava in redazione con curiosità, chiedeva agli ultimi arrivati chi erano, cosa desideravano. Aveva uno sguardo sempre giovane e generoso sulle persone e sulle cose. E forse pensava che tutto quello che aveva visto e fatto potesse avere un senso solo se trasmesso e raccontato a chi sapeva ancora poco”.
Forse anche con me così è stato, addio Laura amica mai incontrata!
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