La Val Pescara? E’ ipogea

L’inchiesta detta Terre d’oro potrebbe anche chiamarsi inchiesta sulla Valle del Pescara ipogea. Infatti, da anni si davano da fare davvero in tanti per seppellire – letteralmente – sotto migliaia di tonnellate di terra, sassi, breccia, argilla, fango, polvere, il fondovalle e i dintorni del disgraziatissimo fiume Pescara. Tra veleni, scarichi, fogne, industrie, aziende agricole, discariche abusive, deflussi inqualificabili, quel corso d’acqua non è più d’acqua, ma di mille altre micidiali sostanze.
Da una parte si facevano ruggire possenti macchine per scavare, dall’altra possenti camion carichi di terra rimossa, che finiva con trucchi, raggiri, falsi e complicità (ma soprattutto lucro) lungo il fiume. Intanto, marchi fantasmagorici di quelli adorati da giovani non certo intellettuali e riflessivi trovavano spazio per i loro trionfi e le loro luci da Las Vegas. Solo che a Las Vegas insieme con luci, casinò e disinibite bellezze tentatrici, sono stati capaci di trasformare il deserto in luogo di vita, facendo zampillare persino l’acqua dalle sabbie. Qui, per anni si è fatto il contrario: trasformare l’ambiente in morte e dannazione.
L’Abruzzo sta diventando non osceno, ma turpe. Addolora e deprime scoprire veleni, discariche, devastazioni, degradazione ambientale da brivido. Lascia senza parole (ma molte possibili spiegazioni, nessuna bella) che per anni e anni tutto sia avvenuto, e avvenga, sotto gli occhi di tutti, tra esposti ignorati, denunce fatte cadere, silenzi pesanti come uranio arricchito. Poi esplode tutto, fa gran rumore e trambusto, si cercano colpevoli. Ma dov’era chi ha il compito di vigilare, osservare, rilevare e intervenire?