Megalò, esposto WWF 11 mesi fa


Chieti – “Il Wwf segue con attenzione gli sviluppi del procedimento giudiziario che ha portato questa mattina ad arresti, perquisizioni e denunce in relazione a un presunto traffico di rifiuti in qualche modo connesso anche al cosiddetto “Megalo’ 3″, uno dei due maxi progetti di cementificazione dell’area a ridosso del centro commerciale gia’ esistente, assurdamente realizzato in un’area golenale del fiume Pescara”.
Cosi’ l’associazione ambientalista in una nota.
Il Wwf aveva presentato in proposito un proprio esposto, protocollato il 5 febbraio dello scorso anno, alla Procura della Repubblica di Pescara e a quella di Chieti. Nell’esposto, corredato da una ampia documentazione, si segnalavano una serie di fatti sui quali si chiedeva di far luce, sia in relazione a Megalo’ 3 che a Megalo’ 2.
Tra l’altro si evidenziava la persistenza di un deposito di terra non autorizzato gia’ oggetto di una denuncia e del sequestro dell’area e si segnalavano alcune incongruenze amministrative in relazione ai procedimenti autorizzativi. “Non sappiamo se il nostro esposto sia o meno uno di quelli che hanno generato l’inchiesta – sottolinea il presidente del Wwf Chieti Nicoletta Di Francesco – ma questo poco conta: e’ importante invece che sia intervenuta la magistratura per fare chiarezza in un procedimento, quello della cementificazione di fatto di una vasta area golenale, nato male e gestito peggio. In quella zona non si sarebbe mai dovuto edificare; nel quadro di una saggia gestione del territorio si dovrebbe pensare eventualmente a delocalizzare il mal costruito, mai e poi mai ad aggravare la situazione con altre costruzioni.
In ogni caso ci tengo a precisare che gli eventuali guai giudiziari nei quali potrebbero essere coinvolti vari personaggi sono generati da comportamenti illegali da parte degli stessi, sempre che siano accertati, e non gia’ da chi segnala in un esposto quei comportamenti illegali. Ricordo infine che il Comune di Chieti nella causa di fronte al Tar su Megalo’ 3 aveva dato mandato ai propri legali di schierarsi accanto agli imprenditori, una scelta che il Wwf censuro’ duramente”. “Bisogna attendere con fiducia gli sviluppi dell’inchiesta in corso – afferma l’avvocato Francesco Paolo Febbo, che tutela gli interessi del Wwf – confidando che si faccia chiarezza su tutti gli aspetti di una vicenda che ha palesemente evidenziato come in certi ambienti della politica abruzzese ci sia stata una eccessiva attenzione agli interessi di pochi a discapito di quelli della gran parte dei cittadini e della tutela del territorio”. “Il Wwf – si legge ancora nella nota dell’associazione ambientalista – in questi anni ha portato avanti un’azione costante contro i devastanti progetti sul fiume: a Chieti si e’ verificata l’incredibile vicenda di un Prusst (acronimo di: ‘Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio’), che e’ stato ‘utilizzato per danneggiare il territorio anziche’ per riqualificarlo’, come sottolineato anche in una interrogazione del deputato Gianni Melilla al ministero delle Infrastrutture. Un Prusst che dovrebbe essere definitivamente cancellato per evitare ulteriori devastanti colpi di coda”.


08 Gennaio 2015

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.