Guerre e faide politiche: gli interessi di Pescara rimangono confinati all’ultimo posto

Pescara – (di G.Col.) – La giunta Albore Mascia non ha mai goduto di perfetta salute, da appena dopo il suo insediamento, ma ora traballa e c’è tensione politica tra partiti, ma soprattutto dentro i partiti. Le dimissioni annunciate dell’assessore a lavori pubblici e polizia urbana, Gianni Teodoro, sono un episodio grave ma per ora solo una comunicazione di intenti: secondo i bene informati c’è soltanto un fax ad annunciarle. Il sindaco se ne occuperà presumibilmente dopo la Befana, quindi l’anno finisce, e il nuovo comincerà, senza avvenimenti definitivi. E in politica, si sa, ripensamenti e marce indietro sono tutt’altro che impossibili. Certo, la crisi serpeggia e molti sono in apprensione. Teodoro è personaggio di peso ed ha anche un seguito: con lui lascerebbero i propri incarichi anche Massimiliano Pignoli e Vincenzo Di Noi, uomini ritenuti vicini a Teodoro. Alle origini delle annunciate dimissioni ci sono discordie su personaggi che il sindaco dovrebbe confermare dei loro incarichi, stando alle logiche politiche, e che invece Luigi Albore Mascia vorrebbe accantonare. Il centrodestra che a suo tempo si vantava di aver conquistato la città più grande d’Abruzzo, dopo le vicende burrascose del sindaco D’Alfonso e del suo PD finito nella polvere, tutto pare meno che una coalizione efficiente, capace di produrre grandi cambiamenti per la città, in grado di partorire una politica di sviluppo e di adeguamento di tutto quanto è vecchio e passatista. Grattando, soltanto uno scontro di poteri, di correnti si chiamavano una volta, dentro il nucleo del potere condiviso a fatica tra uomini e partiti del PdL. Come sempre e come dovunque, gli interessi della città vengono scostati di fronte a quelli dei potentati che si scontrano tra loro, fanno bizze e manovre, affilano le armi per affettare e dividere il divisibile. Pescara aspetta, ma i tempi migliori non si vede nè dietro di sè, nè tanto meno davanti. (Nella foto Gianni Teodoro)