La papera non galleggia

A “Drive In”, quando la televisione serviva anche per divertirsi, c’erano tre comici napoletani che di una cosa che proprio non andava dicevano alla fine del loro scketch “la papera non galleggia”. Una battuta rimasta nella memoria per la sua infantile e allusiva semplicità. Se la papera non galleggia, siamo proprio a secco…
Oggi, in un’Italia che proprio non riesce a galleggiare, come una papera spennacchiata e affannata, è davvero patetico che i piani alti (si fa per dire) della politica tirino fuori che Renzi in vacanza sulla neve sia arrivato a Courmayeur su un aereo di Stato con famiglia al seguito. Ancora più melanconico che Renzi precisi: “E’ la legge, tutto il resto della vacanza l’ho pagato io”. Come quando, mesi fa, il premier fu costretto a precisare che i coni gelato offerti ad una scolaresca in una cerimonia li aveva pagati di tasca sua.
Non siamo un paese serio, non lo siamo mai stati. Non lo saremo mai, è chiaro. Forse non siamo addirittura un mondo serio, se ricordiamo che Obama schiacciò una mosca molesta con la sua lunghissima mano, durante una diretta tv in mondovisione. Oppure Berlusconi che faceva le corna dietro le teste dei capi di Stato, in un meeting internazionale. E chi sa in quante altre occasioni e immagini potremmo trovare momenti ridicoli, penosi, gaffes da rossore, battute grossolane, e così via. Risalendo indietro nel tempo, ricorderemmo anche le corna con le dita del presidente della Repubblica Leone.
Vogliamo mettere su tutto una pietra sopra, e far finta di niente? Stringendo, vogliamo chiedere a Renzi che faccia bene il premier, senza occuparci dei coni gelato e delle sue vacanze? Promettiamo per il 2015 di essere un pochino, appena un pochino, più seri. Tutti, anche noi giornalisti. Non è detto che una scemenza detta da un politico debba per forza essere riferita e raccontata. Non ne abbiamo bisogno e non fa galleggiare la papera.