“L’Abruzzo taroccato è per lei, assessore”: doni di prodotti falsamente “abruzzesi”
Anversa degli Abruzzi – C’è in giro una quantità di prodotti spacciati come di origine e produzione abruzzese, che tali non sono affatto: mancando tutele e attenzioni, norme e iniziative da parte della Regione per difendere ciò che appartiene davvero alla produzione abruzzese, se ne combinano di tutti i colori. E allora, ecco la risposta dei produttori. Un Babbo Natale insolito si presentera’ alla porta dell’assessore regionale all’Agricoltura, Mauro Febbo: non con le renne ma comunque in pieno spirito natalizio, con pastori, pecore e zampogne. I pastori e i produttori di filiera d’Abruzzo, infatti, hanno voluto inviare un dono simbolico a Febbo: un pacco natalizio, ma proprio un “pacco” nel senso nazional-popolare della parola, perche’ i produttori abruzzesi vi hanno inserito tutti quei prodotti che si spacciano per abruzzesi, utilizzando denominazioni come ‘d’Abruzzo’, ‘abruzzese’, ‘della Majella’, e cosi’ via, ma che di abruzzese non hanno un bel nulla. Tutto si puo’ rilevare facilmente dal luogo di produzione o dal marchio CE obbligatorio, che per i caseifici localizzati in Abruzzo deve riportare il numero 13. “I pirati di oggi -commenta Nunzio Marcelli,54 anni laureato in economia e commercio e pastore (e’ presidente della Cooperativa ASCA, che ha all’attivo oltre 1300 pecore)- non vanno in giro con uncini e bende sugli occhi, eppure sono riconoscibilissimi. Basta entrare in un qualunque supermercato e al banco formaggi troveremo caciotte d’Abruzzo e pecorini che si autoproclamano abruzzesi a grandi lettere, ma sono prodotti in Lazio o ancora piu’ in la’, ingannando i consumatori ignari e rubando letteralmente la denominazione ai nostri produttori”. Aree ricche di storia e tradizioni, aria pulita e pascoli incontaminati sui quali ancora i pastori portano quotidianamente le greggi: questo e’ l’immaginario che si continua giustamente ad associare all’Abruzzo e questa e’ la ricchezza piu’ vera e profonda di quelle terre, che producono sapori unici, nei quali si ritrovano le erbe selvatiche e il latte crudo, o l’agnello piu’ tenero e gustoso.
( Ndr) - A questo punto qualche domanda non solo all’assessore Febbo, che forse non ne sa nulla, comela maggior parte delle persone, ma agli stessi produttori e alle loro associazioni (se esistono, perchè sembrano evanescenti e latitanti): perchè nessuno ha mai preso carta e penna per una formale, documentata denuncia contro chi abusa e causa danni d’immagine? Le azioni pittoresche, a parte il fatto che nessuno sa pubblicizzarle e renderle note, servono molto meno delle carte bollate.
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