Adriatico, la Croazia trivella alla grande: rilasciate dieci concessioni, e c’è ENI-Medoil


L’Aquila – (Immagini: giacimenti sui fondali adriatici, la sede dell’ENI e le pompe di cui non possiamo fare a meno…) - (di G.Col.) – All’ENI l’Abruzzo, e in particolare L’Aquila, vogliono molto bene. Il generoso, inappuntabile restauro della basilica di Collemaggio, che l’ente petrolifero nazionale sta portando avanti in silenzio e con serietà esemplari, è un intervento di alto profilo e anche di alto valore sociale, culturale ed economico.

L’ENI LAVORA PER LA CROAZIA – Ora all’ENI chi strepita contro le trivellazioni per petrolio e gas in Adriatico (ma ne consuma ogni giorno senza porsi problemi) vorrà meno bene? Dramma psicologico – si fa per dire – sullo scenario mondiale dell’impressionante crollo del prezzo del petrolio e del valore dell’euro, eventi che stanno turbando la giornata del 6 gennaio nelle borse di tutto il mondo.

PREVEDIBILE E PREVISTO, MA NON DAI POLITICI… – Cosa sta avvenendo? Ciò che, senza essere maghi nè osservatori di palle di vetro, avevamo pacatamente anticipato nei mesi scorsi.
E cioè questo: noi ci strappiamo i capelli per scacciare trivelle e petroliere, petrolieri e multinazionali dalle casalinghe acque dell’Adriatico. A ottanta chilometri sull’altra sponda, la Croazia buca e succhia idrocarburi. Come tutti prevedevano.

RIESUMATO IL PARCO MARINO – Tanto per non farci mancare niente e in spregio del ridicolo (spesso la politica non si accorge di essere solo ridicola) ieri, per rincarare la dose, i soliti coretti di sostegno alle istituzioni hanno giurato e spergiurato: entro il 2015 arriva il parco marino della costa teatina!
L’anno comincia, come vedere, con due momenti: uno ridicolo (l’annuncio del parco, che si attende da una dozzina di anni e non ha fatto un passato avanti…), l’altro di un’ovvietà scontata, che solo politici miopi se non in malafede non percepiscono: i dirimpettai adriatici vanno avanti e presto avranno petrolio adriatico, da rivenderci.
E l’ENI cosa c’entra? Il governo croato ha affidato ben dieci concessioni per l’esame dei fondali, alla ricerca di giacimenti di gas e petrolio. Sette se le sono subito intascate gli americani con un gruppo austriaco. Due concessioni le hanno prese una società croata e una ungherese. L’ultima l’hanno presa l’ENI e l’inglese Medoil in consorzio. Esploreranno un’area meridionale dell’Adriatico.

SUBITO 100 MILIONI – Il governo croato ha subito incassato 100 milioni di euro, che diventeranno 2,5 miliardi nei prossimi cinque anni, come notano le pagine economiche dei giornali.
Dovremmo ridurre il nostro affetto nei confronti dell’ENI? Facendolo, saremmo dei folli e anche gli sciocchi. L’ENI, un nome di enorme prestigio per la scassata Italia, fa il suo lavoro: ci procura energia. Lo fa bene e lo fa nel mondo. E’ un simbolo dell’Italia e sarebbe stato logico lavorare, in Adriatico, per l’Italia, se fossimo meno isterici e più razionali.

SOLO UNA PATOMIMA – Gridando allo scandalo sulle trivellazioni in Adriatico siamo diventati patetici e ridicoli, perchè a poche miglia da noi la Croazia trivella, dunque se l’Adriatico è a rischio, lo è comunque, che le trivelle lavorino per l’Italia o per altri. Tutto ciò che si dice e si promette per la tutela del nostro mare, è solo pantomima, pura e ribadita ipocrisia.
Cacio sui maccheroni del pateracchio esilarante, a trivellare sarà anche l’ENI, cioè l’Italia.
Alzi la mano chi ha conoscenza di vicende più pagliaccesche, di comportamenti meno grotteschi. I risolini della Merkel nei confronti dell’Italia vi sembravano offensivi, o giustificati?


06 Gennaio 2015

Categoria : Cronaca
del.icio.us    Facebook    Google Bookmark    Linkedin    Segnalo    Sphinn    Technorati    Wikio    Twitter    MySpace    Live    Stampa Articolo    Invia Articolo   




Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento

Utente

Articoli Correlati

    Nessun articolo correlato.