Il terremoto nascosto e ignorato
Sera del 1 gennaio, poco prima delle 21. Una forte scossa (su questo non ci sono dubbi, su tutto il resto sì come leggerete) di terremoto colpisce il Molise e si sente parecchio anche in Abruzzo, specie nella zona di Schiavi e centri limitrofi. Lì ci sono parecchi gradi sotto zero e 50-60 centimetri di neve, che non facilitano la vita. La gente (moltissimi anziani) si sente isolata, emarginata, ostacolata dalla neve. Il terremoto non è la cosa migliore che possa accadere. Parenti, amici e conoscenti emigrati – specie a Roma – vogliono sapere cosa è successo.
L’Istituto di geofisica dà magnitudine locale 3,6. Poi ci ripensa e utilizzando diversamente i dati, parla di magnitudine di volume 4,2. Questa magnitudine si indica con “mb”, il che è già per molti un enigma. L’INGV dal canto suo non è un modello di chiarezza e tempestività di informazione: due parole di spiegazione alla gente forse ci volevano. Perchè prima 3,6 ml e poi 4,2 mb? Che significa? Può l’INGV sbagliarsi, correggersi e non spiegare nulla?
L’Abruzzo rimane muto nella notte, la Protezione civile (lo saprà il buon assessore Mazzocca?) è eloquente come una lastra tombale in tempi normali, figuriamoci la sera del 1 gennaio.
Eppure il terremoto ha colpito una bella fetta di Abruzzo. O quell’Abruzzo remoto e coperto dalla neve conta meno? O dormono tutti nel tiepido torpore del dopocena? La notizia del sisma non la riferisce nessuno, passa in sordina, meglio ignorarla. Così è oggi l’Abruzzo, dopo le tante tremende lezioni che ha preso. Ancora capace di nascondere e minimizzare un terremoto, in una zona molto sismica, e sotto un metro di neve e gelo. Ancora una volta domandiamoci se le istituzioni esistono, o sono solo macchinette per fare voti e godersi le cariche.
Non c'è ancora nessun commento.