Autostrade, spremitura di fine anno
E’ significativo che la protesta del sindaco dell’Aquila Cialente trovi d’accordo – contro la spremitura di fine anno – non solo i suoi colleghi sindaci, ma la Regione, in campo con il sottosegretario D’Alessandro. Tutti contro lo spropositato aumento dei pedaggi che i padroni dei viadotti, i signori della corsia, gli abruzzesi Toto, tentano di ottenere. Una batosta di quasi il 10%, dopo l’esoso 8,5% all’inizio del 2014. Ogni aumento, ovviamente, va calcolato includendo anche l’aumento dell’anno prima. Aumenti sugli aumenti, una sorta di vessazione per chi è costretto a usare l’autostrada.
La motivazione di tanto appetito? Un presunto calo del traffico del 20%. Ragionando come la brava massaia (si fa per dire, ne esistono ancora?), si può supporre che rincarando i pedaggi, il movimento dei mezzi scenderà ancora, il che solleticherà i Toto alla fine del 2014 a pretendere chi sa quale aggravio.
Non siamo sessantottini bellicosi di quelli che urlavano per abbattere i padroni. Restando con i piedi per terra, si comprende, anche senza una laurea ottenuta con il 18 politico, che i padroni esistono e sempre esisteranno. Sarebbe saggio colloquiare con loro, o almeno conveniente, supponiamo. Del resto, non è che uno l’autostrada se la possa fare e gestire privatamente: una cosa costosa avrà sempre un facoltoso proprietario desideroso di esserlo sempre di più con i tuoi soldi. Machiavelli insegna che se il tuo avversario è molto forte, ti devi alleare con lui. Dunque i Toto ascoltino Cialente, D’Alessandro e gli altri e siano ragionevoli. Se l’aumento sarà sopportabile, alla fine come classiche beccacce, pagheremo tutti. Quel che non è digeribile sono gli zuccherini pre-rincaro (il robot antincendio e l’uso del telefonino nel tunnel). Meno ipocrisie e più razionalità . Tanto più che, cari signori del pilastro e del viadotto, in tutta Europa nei tunnel si telefonava già da anni. Quindi, almeno non ci prendete per il fondo degli usurati pantaloni.
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