Meno soli a combattere il dolore fisico
L’Aquila – Malati meno soli a casa a combattere il dolore grazie a un nuovo servizio attivato dalla Asl 1 – con il varo di un nuovo modello organizzativo – che dà vita a una Rete aziendale che comprende ospedali, hospice (per malati non guaribili) e assistenza domiciliare.
In virtù di un progetto dell’azienda sanitaria, la prestazione specialistica a domicilio di terapia del dolore e cure palliative non è più un intervento sporadico (rimesso allo spirito volontaristico degli operatori), bensì un vero e proprio diritto del malato.
Dal 18 novembre scorso, infatti, la Asl 1 ha avviato la nuova attività domiciliare per il supporto di pazienti affetti da patologie terminali (oncologiche e non) e/o da dolore cronico, nell’ambito del progetto-obiettivo di rilievo nazionale: “Sviluppo dell’assistenza domiciliare palliativa specialistica”. Il progetto, finanziato dalla Regione con circa 700.000 euro, dà seguito a quanto stabilito dalla legge sul “diritto del malato a non soffrire”. Il progetto, relativo all’attività domiciliare, è inquadrato all’interno della nuova Rete aziendale delle cure palliative e della terapia del dolore, istituita di recente, il cui coordinatore è il Prof. Franco Marinangeli, foto, attuale responsabile di anestesia, terapia del dolore e cure palliative a direzione universitaria, nonché responsabile dell’hospice “Casa Margherita” dell’Aquila, nell’ex Onpi.
L’attivazione del progetto, in poco più di un mese, ha assicurato – tra le aree di L’Aquila, Avezzano e Sulmona – circa 70 visite specialistiche nelle abitazioni dei malati. Al di là di questo primo, importante risultato, l’obiettivo della nuova Rete è quello di coordinare al meglio la ‘triangolazione operativa’ tra ospedali (L’Aquila, Avezzano, Sulmona, Castel di Sangro), hospice e Adi, coinvolgendo attivamente i Medici di famiglia. E’ il Medico di medicina generale, infatti, a richiedere la visita dello specialista (terapista del dolore, oncologo, palliativista) a casa del paziente. L’équipe multidisciplinare della ASL (che comprende anche il medico del distretto sanitario di base) valuterà, a seconda dei casi, se l’utente debba essere indirizzato all’hospice, trattato in ospedale per patologie acute o seguito in ADI (assistenza domiciliare integrata). Si tratta di una vera e propria svolta, che risponde anche a una necessità di carattere sociale, alla luce delle forti difficoltà economiche e logistiche di molte famiglie, che spesso restano sole a gestire i propri cari malati. La sinergia tra medico di famiglia e specialisti, insomma, getta le basi per un vero e proprio percorso di assistenza e cura e già dai primi mesi del 2015 vi saranno meeting di formazione per medici di famiglia e incontri con la popolazione sul nuovo modello di assistenza. L’avvio del progetto sulle visite specialistiche a domicilio costituisce la prosecuzione di un percorso iniziato con l’apertura (circa due anni fa) di un hospice a Pescina con 10 posti letto (di cui è responsabile la dr.ssa Emma Cornelio) e (meno di un anno fa) di un altro Hospice a L’Aquila, con 12 posti letto (di cui 1 pediatrico). L’hospice è una struttura sanitaria per la cura di malati inguaribili prevista dai Lea (livelli essenziali di assistenza) e va considerata una vera e propria ‘casa’ sanitaria in cui si presta grande attenzione all’aspetto umano e alla condizione dell’ospite, con un comfort alberghiero elevato (camere singole, letto per familiare, tv, spazio di socializzazione e cucina fai da te). Meno ricoveri ospedalieri (con la possibilità di recuperare i posti letto e utilizzarli per gli acuti) e migliore assistenza del malato sono i ‘capisaldi’ dell’hospice, modello di assistenza che la Asl 1 è stata tra le primissime in Regione a sperimentare. All’Aquila l’Hospice, aperto nel marzo scorso all’ex ONPI, ha 12 posti letto e, ad oggi, ha effettuato 65 ricoveri e garantito oltre 300 visite a domicilio per pazienti sofferenti. L’istituzione della Rete aziendale, peraltro, preluderà alla riorganizzazione di tutti gli ambulatori di terapia del dolore della ASL 1, per garantire un migliore servizio a tutti coloro che soffrono di patologie dolorose acute e croniche.
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