Dite “fai Natale”, è sufficiente
(Foto: la ministra Madia) – Da sempre la frase di prammatica, in queste ore e anche domani 25, sarebbe “fai un buon Natale”, oppure risparmiando le parole, buon Natale. I tempi sono tali e c’è tanta urgenza di spending review, da poter stringere anche la cinghia verbale, e limitarsi a dire alla gente (se proprio vi urge…) “fai Natale”. Basterà .
Per milioni di italiani poter trascorrere Natale mangiando e scartando torroni e panettoni già in svendita è già un traguardo. Di esempi potremmo snocciolarne un rosario, limitiamoci solo ai dipendenti delle province. Hanno avuto, i precari, una proroga annunciata dalla riccioluta e botticelliana Madia (non bella come la Boschi, ma sicuramente guardabile con lietezza) la sera del 24 con un twitter. Riflettiamo un po’. Fino ad oggi gli impiegati pubblici, comunque vogliate giudicarli, erano piccoli solidi pilastri di un’economia che a Natale spendeva la tredicesima. Gente che dava corpo e portafogli ad un’Italietta dubitante e incredula su tutto, meno che sullo stipendio sicuro fino alla pensione.
Centinaia di migliaia, o anche milioni, che vivevano e facevano vivere il paese. Non vite emozionanti, ma gogolianamente piatte, tuttavia solide. Una volta seduto dietro la scrivania, chi te la toglieva più? Nella atlantìdea sgretolazione dell’Italia, non esistono più certezze, ma proroghe di precari. Gente che si sente arrivare il permesso di vivere qualche altro mese, poi chi sa… La pittorica Madia se ne rende conto? Abbiamo dubbi.
In un minestrone poco nutriente di rischi, disoccupazione galoppante, precariato, riduzioni, tagli, spremiture inumane di tasse e balzelli, naviga ancora appena qualche fagiolo e qualche verdurina. La pappa, però, è liquida, da gavetta di guerra. O da carcerati di Cayenne. Fai Natale, italiano, ma non pretendere anche che sia buono. Grasso che cola se mangerai due volte il 25 e due volte il 26, in vista dello squallido veglione alla Fantozzi del 31.
Del doman non v’è certezza. E neppure dell’oggi, per tanta, troppa gente. Il 2015 incombe. Il 2014 se ne va, e sappiamo quanto è stato spigoloso, irritante, graffiante come la voce – ormai spenta – di Joe Cocker. Non altrettanto bello e struggente. Insomma, senza la meraviglia dello spogliarello di Kim Basinger.
Non c'è ancora nessun commento.