Dopo il 6 aprile 2009: la forza e il coraggio, e il default dello Stato a tutti i suoi livelli
L’Aquila – Pier Paolo Visione e Vincenzo Vittorini, la forza e la tenacia di chi vive nel dolore dei ricordi e nella ferma convinzione che sul 6 aprile 2009 e su quello che accadde dopo, fino all’assoluzione nel processo Grandi Rischi, ci sia ancora la scoprire più di una verità.
Come avevano annunciato, ieri Visione e Vittorini hanno riassunto i loro punti di vista e ripetuto i loro intenti, dicendosi amareggiati e delusi dallo Stato e dalla giustizia. Riportiamo dai due giornali Il Messaggero e Il Centro le cronache della conferenza stampa.
IL MESSAGGERO – Visione e Vittorini vogliono che la Procura abbia il coraggio di andare avanti contro Guido Bertolaso, in base all’esposto da loro presentato chiedendo che si indaghi sul dolo eventuale e non sul semplice omicidio colposo. Ce n’è per tutti: contro la Procura, contro lo Stato che avrebbe fatto un accordo per assolvere se stesso; contro il sindaco. Un processo pieno di lacune…
” Siamo insoddisfatti del lavoro svolto dalla Procura. Ricordo che i soccorsi alla Villa comunale giunsero dopo 7 ore quella notte… In realtà non c’era alcun piano di protezione civile, e lo scrissi nel primo esposto. Ma lo Stato si è difeso insabbiando”.
Vittorini e Visione accusano alcuni media di aver trasformato il procedimento in processo alla scienza. Assurdo, per Visione, aver dovuto presentare, in luogo della Procura, prove come il video in cui si sentiva l’audio della conferenza stampa che seguì la Grandi Rischi, che di fatto ha inchiodato De Bernardinis, che non può essere lasciato come unico capro espiatorio. Seguono accuse alla Protezione civile, e alla scienza “asservita a Bertolaso, dice Vittorini. Al sindaco viene rimproverato che prima disse di essere stato rassicurato dalla commissione GR, e poi affermò di essere uscito terrorizzato dalla riunione del 31 marzo. Vittorini se la prende anche con Boschi e Gabrielli.
IL CENTRO – Terremoto 2009, fuori tutta la verità. Non processi spezzettati, ma un’unica azione giudiziaria che metta di fronte alle proprie responsabilità i membri della GR , i vertici nazionali e gli organismi locali. Visione e Vittorini mettono sul tavolo una valigia di documenti per denunciare “fatti, omertà, faziosità e nebulosità nella vicenda: una cortina tirata su dallo Stato per coprire se stesso e offuscare la verità sulla strage dell’Aquila”. Il nodo primario è la posizione di Bertolaso. Se la sentenza d’appello riconosce delle responsabilità, queste sono da cercarsi all’interno della Protezione civile…
Che Bertolaso possa essere chiamato a processo dalla Procura generale, a Vittorini e Visione non basta. La telefonata tra Bertolaso e la Stati tira in ballo un altro tipo di responsabilità, relativa al dolo eventuale… non soggetto a prescrizione. Bertolaso non abbia paura di confrontarsi qui a L’Aquila con un procedimento giudiziario. … Il sistema dei soccorsi non era pronto per un’emergenza di quel genere… Per Vittorini le responsabilità vanno imputate anche ad un’amministrazione comunale incapace di applicare un piano di protezione civile che, sulla carta, serve solo per parare il fondoschiena dei politici di turno.
Il lavoro della Procura … che avrebbe condotto indagini lacunose e frammentarie… Non presenterò mai più un esposto a L’Aquila – incalza Vittorini – che critica la scelta dei pm di dividere le indagini in più filoni, senza un quadro di insieme dove invece le responsabilità di tutti, dalle alte sfere istituzionali agli amministratori locali, erano concatenate… un default di tutto lo Stato, dal livello centrale a quello locale.
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